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Pasta frolla

Fare in casa la pasta frolla è molto più semplice di quanto qualcuno potrebbe pensare. Pochi ingredienti e pochi minuti sono infatti sufficienti per ottenere un’ottima pasta frolla. Io l’ho appena fatta in circa 10 minuti, e, mentre scrivo, la palla di pasta frolla è in frigo a riposare.

Ingredienti

  • 250 gr di farina 00
  • 160 gr di burro
  • 80 gr di zucchero a velo
  • 2 uova

Procedimento

  • Unire la farina e lo zucchero a velo. Aggiungere il burro tagliato a pezzettini ed impastarlo velocemente.
  • Aggiungere i tuorli delle uova (o le uova intere, se preferite che la pasta frolla risulti un po’ più secca; personalmente ho sempre usato solo i tuorli) ed impastare quanto basta per amalgamare bene gli ingredienti.
  • Quando avrete formato una palla uniforme, avvolgete in una pellicola e fate riposare in frigo per mezz’ora o poco più.

Il riposo in frigo è necessario per due motivi: il burro si raffredda rendendo la pasta frolla più facile da lavorare; inoltre, la farina perde un po’ di elasticità.

Con la pasta frolla, si realizzano moltissime ricette della pasticceria. In attesa di provare a fare il pasticciotto leccese, pubblicherò a breve una semplice ricetta che preveda l’utilizzo della pasta frolla, giusto per dare un esempio. Ma volendo, potete semplicemente stenderla (con uno spessore di mezzo centimetro circa), ritagliare delle forme a vostra scelta ed infornare a 180 gradi per circa 15 minuti, o comunque fino al momento in cui la pasta inizia a dorarsi. A quel punto sfornate, lasciate raffreddare ed avrete ottenuto dei deliziosi biscotti di pasta frolla.

Pasta con i carciofi

Su questo blog abbiamo già tempo addietro scritto la ricetta per fare un ottimo risotto con i carciofi. Mancava invece finora una ricetta per fare la pasta con i carciofi. Fino ad ora.

Ingredienti per 4 persone

  • 500 gr di pasta
  • 10 carciofi
  • un limone
  • brodo (qb. meno di mezzo litro, comunque)
  • aglio
  • prezzemolo
  • sale
  • pepe
  • olio extravergine di oliva

Preparazione

  • Pulire i carciofi e tagliarli in piccoli spicchi; in una padella imbiondire due spicchi d’aglio, toglierli e far saltare i carciofi. Aggiungere un bicchiere di vino bianco e far sfumare.
  • A questo punto, aggiungere il brodo in quantità sufficiente a coprire i carciofi, aggiungere una manciata di prezzemolo tritato e far cuocere a fiamma bassa per un quarto d’ora circa (aggiungere altro brodo nel caso si asciughi troppo). Quando i carciofi sono cotti, togliere dal fuoco, aggiungere un po’ di sale e dare una spolverata di pepe.
  • Cuocere la pasta e quando è quasi cotta al dente mettere nella padella un mestolo di acqua di cottura.
  • Scolare la pasta e saltarla nella padella con il condimento in modo da amalgamare bene il tutto.
  • Aggiungere un’altra manciata di prezzemolo e dell’olio extravergine di oliva. Servire in tavola.

Open Baladin

Il 1 maggio 2009 inaugura Santa Vittoria d’Alba, in provincia di Cuneo, la prima birreria “Open Baladin“.
Il locale piemontese, ricavato in un ex cinema, sarà il primo di una decina di altre birrerie Open Baladin che apriranno nelle principali città italiane. La birreria offrirà ai propri clienti ben cento etichette di birre artigianali italiane: 3 etichette per 33 birrifici nostrani più – come centesima etichetta – la birra Open Baladin, la birra “open source” dalla ricetta consultabile e modificabile creata da Teo Musso, proprietario del birrificio Le Baladin e ideatore dell’iniziativa, supportato in questa da altri volti noti della birra artigianale italiana come Leonardo di Vincenzo, birraio di Birra del Borgo di Borgorose (in provincia di Rieti), e Manuele Colonna, proprietario della birreria romana “Ma che siete venuti a fa” e del noto Bir&Fud.

Per settembre è prevista l’apertura del prossimo locale, a Roma in via degli Specchi (tra Campo de’ fiori e Trastevere), che potrà contare su di una scelta di oltre quaranta birre artigianali alla spina. E poi è previsto, per la primavera 2011, un locale a New York.

Le birrerie “Open” saranno caratterizzate da una filosofia comune rivolta a promuovere e diffondere la qualità della birra artigianale italiana. Anche lo stile sarà ben riconoscibile: un grande bancone accoglierà i clienti, che potranno scegliere tra un’ampia varietà di birre artigianali alla spina, mentre alle spalle una scaffalatura esporrà le cento etichette selezionate tra i migliori microbirrifici italiani.

Crêpes dolci

Quasi un anno fa avevo pubblicato su questo blog la la ricetta delle crêpes. In seguito, avevo pubblicato un altro post con una serie di idee per fare le crêpes salate. In tutto questo tempo, ho avuto modo di preparare crepes salate in diverse occasioni. Ultimamente però ho iniziato a sbizzarrirmi un po’ di più con le crêpes dolci. È quindi giunto il momento di fare un post con un paio di idee per fare le crêpes dolci (si, giusto un paio, ma è quanto basta per dare un senso di compiutezza all’argomento “crêpes” affrontato qui).

La ricetta per la base può, volendo, avere qualche ingrediente in più: un po’ di zucchero (50 grammi), un bicchierino di cognac o rhum, un po’ di vaniglia o vanilina. Io in realtà ho quasi sempre fatto le crepes dolci usando la stessa ricetta che uso per le crepes salate ed il risultato è comunque ottimo.

Crêpes alla nutella
Banale, lo so. Ma davvero: prendete una crepe, spalmatela di nutella, piegate a metà e ancora a metà. Poi spolverate di zucchero a velo. Buona eh? 🙂 In più: potete, oltre alla nutella, mettere anche delle noccioline macinate grossolanamente. E come guarnizione, al posto (o in aggiunta?) dello zucchero a velo, un po’ di topping al cioccolato. E anche una pallina di gelato alla vaniglia non guasta! Insomma, c’è ampia scelta 🙂

Crêpes alla marmellata
Provate le crepes farcite di marmellata di arance amare. O, ovviamente, con qualsiasi marmellata preferiate. Anche qui, una spolverata di zucchero a velo per guarnire… e magari anche un po’ di frutta sopra.

Ci sarebbe, last but not least, la ricetta delle crepes Suzette, ma non l’ho mai fatta personalmente, quindi preferisco rimandare altrove 🙂

Ravioli di totani

Qualche giorno fa, io e due amici abbiamo provato una ricetta inedita. O meglio, una ricetta che noi non avevamo mai provato a realizzare prima e che non siamo riusciti a trovare in giro. Dato che il risultato è stato alquanto soddisfacente, riporto qui la ricetta (anche se approssimativa nelle quantità – siamo andati ad occhio… 🙂 dei ravioli ripieni di totani ).

Per la pasta all’uovo, non c’è molto da dire: 1 uovo ogni 100 gr di farina è la giusta proporzione. Noi abbiamo fatto 400 gr di farina (di cui poco più di 300 grammi di farina 00 ed il restante di semola) e – quindi – 4 uova. Lavorato per bene l’impasto, va fatto riposare per una decina di minuti e poi steso in una sfoglia molto sottile (farla con il mattarello prende un po’ di tempo, ma la soddisfazione… 😉 ).

Il ripieno invece è stato fatto pulendo e lessando i totani. Li abbiamo poi frullati insieme con olio extravergine di oliva, sale, pepe e prezzemolo.

Abbiamo poi ritagliato le forme dalla sfoglia e disposto un po’ di ripieno al centro di ogni forma (si può anche procedere al contrario, ovvero prima disporre il ripieno e poi ritagliare la sfoglia). Poi abbiamo disposto un’altra sfoglia sopra, dopo aver bagnato i bordi con un po’ d’acqua (in modo da facilitare la presa tra le due sfoglie) e abbiamo lasciato riposare i ravioli.

Dopo qualche ora, abbiamo cotto i ravioli in acqua e conditi con un leggero sughetto fatto con qualche pomodorino a pezzi, olio d’oliva ed una spolverata finale di prezzemolo. Ed ecco che il piatto era pronto per essere portato in tavola.

Una ricetta facile facile, anche se certo non breve (ma se avete una macchinetta per la pasta, tutto diventa molto più rapido ovviamente!).

I giorni delle tre DOP extravergini campane e dei grandi oli del Sud

Dopo l’edizione dell’anno scorso, ritorna I giorni delle tre DOP extravergini campane e dei grandi oli del Sud, evento che ha l’obiettivo primario di stimolare operatori e consumatori ad una maggiore conoscenza ed uso degli oli DOP ed offrire ad essi gli strumenti culturali e tecnico-scientifici indispensabili per orientarsi nella scelta delle diverse tipologie ed etichette, tenendo conto non solo della qualità ma anche della sicurezza alimentare. In tale contesto, la promozione dell’intera filiera degli oli extravergine di oliva DOP campani, Colline Salernitane, Cilento e Penisola Sorrentina, e dei grandi oli del Sud costituirà il cuore dell’evento.

La seconda edizione de I giorni delle tre DOP extravergini campane e dei grandi oli del Sud si svolgerà dalle ore 18:30 alle ore 23:00 di giovedi 26 e venerdi 27 marzo 2009 presso La Fabbrica dei Sapori…

Prenotazioni: 0828/630021
“La Fabbrica dei Sapori…” – Via Spineta, 84/C – Battipaglia (Sa)
Info: 0828.630021 – www.lafabbricadeisapori.it

Chimichanga de carne

Il chimichanga de carne (saccottino di carne) è un altro piatto della cucina messicana e tex-mex.

Questa ricetta di chimichanga è con carne di manzo, ma viene ottimo anche con il pollo. Inoltre, si può anche decidere di aggiungere peperoni e pancetta (soprattutto se scegliete la variante di chimichanga con il pollo).

Ecco comunque la ricetta del chimichanga di carne.

Ingredienti per 4 persone:
4 tortillas di grano di 24 cm di diametro
1 scatola di fagioli borlotti
300 gr di controfiletto di manzo
1 litro di brodo di carne
2 pomodori
8 cucchiai di salsa messicana
8 cucchiai di panna da cucina
100 gr di formaggio tipo edamer
1 cipolla piccola
olio di arachidi
pepe
sale

Preparazione (1 ora + 45 min di cottura):
lessare il controfiletto nel brodo lasciandolo cuocere per quarantacinque minuti circa. Togliere la carne dal brodo e lawsciarla raffreddare, sfilacciarla, salare e pepare.
Distribuire al centro di ogni tortilla la carne, i fagioli, la salsa messicana, il formaggio tagliato a filetti e piegarla formando un saccottino.
Friggere i saccottini in abbondante olio e servire caldi decorando con la panna e filetti di formaggio.

Sangria

La sangria è una bevanda alcolica a base di vino e frutta di origine spagnola e portoghese. Inoltre, va servita fredda. Per il resto, non esiste una ricetta unica. La sangria è un drink che viene fatto molto con l’ispirazione, mettendo un po’ di questo e un po’ di quello.

Una versione base (che quindi lascia ampio spazio all’improvvisazione) può essere quella che segue.

Ingredienti:
– 1 bottiglia di vino rosso (di qualità, se volete una sangria all’altezza delle aspettative!)
– 2 arance
– 2 limoni
– 2 pesche
– 1 cucchiaino di zucchero
– soda (o gassosa), circa 25 cl

Procedimento:
spremete una arancia ed un limone e versate il succo in una grossa coppa o un’ampia caraffa. Tagliate invece a fettine sottili l’altra arancia e l’altro limone. Mettete anche queste fettine nella coppa. Tagliate le pesche a pezzetti e mettete anche questi nella coppa. Versate anche il vino e aggiungete lo zucchero. A questo punto, mescolate un po’ il tutto e mettete in frigo per diverse ore (la sangria deve essere fredda!).
Prima di servire, aggiungete la soda e del ghiaccio.

Come detto, questa è una versione base (molto base) della sangria. Spesso nella sangria si trovano anche altri ingredienti, come chiodi di garofano, cannella, vaniglia, qualche superalcolico (gin, cointreau, rhum, brandy, vodka, etc…), altra frutta (mele, pere, etc.).

Inoltre, in alcune zone della Spagna esiste anche una versione fatta con vino bianco anziché rosso e prende il nome di sangria blanca.

Non esistendo una ricetta ufficiale, è chiaro che un ingrediente chiave diventa l’ispirazione del momento. L’unica cosa davvero importante da tenere a mente è che tutti gli ingredienti (a partire dal vino, ovviamente) devono essere di qualità. Con questo non dico che vada usato del Barolo, ovviamente. Però evitate vini da 1€ al litro, ecco 😉

In particolare, vi consiglio un rosso abbastanza corposo: aglianico, cannonau, primitivo, etc.

Enchiladas

L’enchilada è un tipico piatto della cucina messicana e tex-mex.

Enchilada significa “in chili”. Ed infatti, ingrediente fondamentale è una salsa (chiamata, guarda un po’, salsa enchilada) che può essere preparata in modi leggermente differenti. In sostanza, è comunque una salsa fatta con peperoncino secco macinato e salsa di pomodoro (oltre che altri ingredienti come aglio, cipolle etc).

Vediamo velocemente una ricetta per la salsa enchilada che useremo poi per un paio di varianti di enchiladas.

Pelare e tritare finemente due piccole cipolle e due spicchi d’aglio.
In un apposito contenitore, unire 250 gr di polpa di pomodoro, due cucchiai di farina bianca, 20 gr di paprica dolce macinata, 1 cucchiaino di cumino macinato, un po’ di pepe nero e frullare fino ad ottenere una salsa omogenea.
In una casseruola, scaldare qualche cucchiaio d’olio extravergine d’oliva, unire il trito di cipolla e aglio e fare rosolare. Aggiungere poi il composto freullato, aggiungere un litro di brodo di pollo e cuocere a fuoco lento per circa tre quarti d’ora.

Preparata la salsa, vediamo come usarla partendo dalle enchiladas de queso (ovvero, con il formaggio).

Preparare le tortillas di mais. In una ciotola mescolare 200 gr di formaggio fresco (a vostra scelta) con 50 gr di formaggio tipo edamer.
Pulire 4 cipollotti e tagliarli finemente. Unirli al formaggio e condire con sale e pepe.
Accendere il forno a 180 gradi. Intanto scaldare qualche cucchiaio d’olio extravergine d’oliva in una padella e passarci velocemente le tortillas da entrambi i lati.
Prendere le tortillas, spalmarci sopra la salsa enchilada e cospargere con metà del formaggio aromatizzato in precedenza. Arrotolare le tortillas e sistemarle in una teglia unta d’olio. Ricoprire con salsa enchilada e il resto del formaggio.
Cuocere in forno per circa venti minuti, finché il formaggio non sarà ben fuso e facendo attenzione che le enchiladas non si secchino troppo.

Vediamo infine una variante famosa: le enchiladas con pollo.
Lessare due petti di pollo e tagliarli molto finemente. Tritare due cipollotti ed unirli al pollo. Condire con sale, pepe e coriandolo tritato. Riempire le tortillas con il ripieno ed arrotolarle. Coprire poi con salsa enchilada e con formaggi tipo edamer tagliato a fettine. Mettere in forno per circa venti minuti.

Crêpes salate

Trovo che il bello delle crêpes sia il fatto che ci si può sbizzarrire in un numero impressionante di ricette (come con la pizza, per intenderci). Per questo motivo, voglio proporre una serie di spunti per farcire le crêpes, fermo restando che l’unico limite è la fantasia (suvvia, un altro ce lo imponiamo: oggi parliamo solo di crêpes salate).

Per seguire questi suggerimenti, tengo sempre presente questa ricetta per fare le crêpes, ma quando ci sono ingredienti che devono avere il tempo di fondere è necessario assicurarsi di cuocere per bene la crêpe su un lato, e appena viene girata sull’altro lato va disposto l’ingrediente.

Crêpes con cotto e scamorza affumicata
Questo abbinamento è davvero tanto banale quanto delizioso. Assicuratevi di tagliare la scamorza in fettine molto sottili e disponetele sul lato della crêpe appena la girate sull’altro lato. Prima di piegare la crêpe in due, aggiungete anche il prosciutto cotto.

Crêpes con speck, gorgonzola e rucola
Il gorgonzola si ammorbidisce abbastanza velocemente. Siccome speck e rucola non vanno cotti, aggiungete gli ingredienti quando manca poco alla fine della preparazione. In alternativa, potete anche preparare le crêpe completamente e, dopo averle riempite con gorgonzola, speck e rucola, disporle in una pirofila e scaldarle in forno, con un po’ di burro fuso sopra.

Crêpes con prosciutto crudo e mozzarella
Il prosciutto crudo deve restare crudo e la mozzarella deve avere il tempo di fondere, quindi o tagliate la mozzarella in fette molto sottili o addirittura la sminuzzate/sbriciolate.

Crêpes ricotta e spinaci
Per questo abbinamento, ovviamente gli spinaci vanno prima lessati e poi ben mischiati con la ricotta.

Crêpes ai formaggi
Qui sbizzarritevi con un bel mix di formaggi come fontina, gorgonzola, emmentaler. Ma dato che il formaggio deve avere il tempo di fondere per bene, anche qui è preferibile passare in forno le crêpes disposte in una pirofila.

Altre idee per crêpes salate?