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La steak house Riso Amaro: carne alla brace

Ci sono andato varie volte, sia a mezzogiorno sia alla sera. Ho conosciuto il Ristorante Pizzeria Steak House Riso Amaro, a Mariano Comense in provincia di Como, perché mi recavo spesso da un cliente situato a pochi metri.

Il locale è decisamente gradevole come aspetto, ma ciò che mi è piaciuto di più è la possibilità di gustare ottima carne alla brace. Carino il fatto che ti portino un piccolo braciere con carbone ardente sul tavolo, per cuocere la carne al punto che preferisci o tenerla semplicemente calda intanto che la consumi.

Ho provato la Angus argentina e il bufalo. Quest’ultimo, in particolare, una volta che l’hai assaggiato non lo scordi più.

Buona la scelta del pepe e dell’olio extravergine, anche se, invece, suggerirei un sale grosso di qualità, quale quello dell’Himalaya o il grigio dell’Atlantico francese.

Consiglio un giro!

Il sito è Riso Amaro, dove trovate tutti i riferimenti.

Tag your dinners

Se mangiate Web a pranzo e a cena saprete sicuramente cos’è un tag e che, ultimamente, se un servizio Web non ha un meccanismo di tagging è decisamente out.

Se invece non lo sapete e nemmeno sapete cosa vuol dire folksonomy, fatevi un giro su del.icio.us, Flickr o Technorati.

Quando l’avrete fatto e avrete, sperabilmente, capito di cosa si parla, potrete iniziare a mettere tag anche sui ristoranti che conoscete, usando Dinnerbuzz.

It’s a social guide to restaurants, bars, and coffee shops. When you post, your tags are shared with everyone. Tags make it easy to find places you might not have known about before. And since Dinnerbuzz enables you to filter tags locally, finding interesting places (and people) has never been quicker!

Peccato che per il momento sia U.S. only, ma se vi trovate da quelle parti potrebbe tornarvi utile. Il problema di tutti questi siti è che prima di diventare utili hanno bisogno di un grande numero di utenti, altrimenti la variazione dei termini usati come tag fa sì che ci sia molto rumore rispetto al segnale utile. Quindi penso che ci voglia ancora parecchio tempo prima che si possa vedere qualcosa del genere in Italia.

No al Patto della Pizza!

E bravo Aristide:

Della questione ne parla Paperogialloblog, il blog di Stefano Bonilli, anzi il blog del Gambero Rosso (da lui diretto). Bonilli, ospite della trasmissione insieme al presidente della Confcommercio, Sergio Billè, ci racconta in questo post dello “scellerato” Patto della Pizza, proposto da Bruno Vespa.
Ecco di cosa si tratta: “…fare due o tre giorni alla settimana, in tutte le pizzerie italiane, “Il Patto della Pizza” cioè una margherita più un bicchiere di birra o coca cola più un caffè a 7,50 euro. La proposta verrà fatta pubblicamente nel corso dell’assemblea della Confcommercio del 2 e 3 luglio.”
Ma che bella pensata consociativa!

Non potrei essere più d’accordo. A parte il fatto che trovo irritante ogni sistema di determinazione dei prezzi che non sia il libero mercato, avere la pizza calmierata a 7,50€ per due o tre giorni alla settimana servirà solo a fare sentire meglio i ristoratori che faranno prezzi ancora più alti il sabato e la domenica.

Lo ripeto, il mercato deve essere giudice unico e sovrano. Se il prezzo è troppo alto per un prodotto scadente, il mercato, che poi siamo noi, sceglierà un prodotto alternativo.

L’unica cosa sulla quale mi trovo in disaccordo con Aristide è il fatto che non mi piace la marinara ;).

Ristorante Chierico, Carbonara al Ticino

Questo albergo con annesso ristorante, dall’aspetto dimesso, in un sonnacchioso borgo alle porte di Pavia, ci ha riservato qualche piacevole sorpresa, a cominciare dal menu che propone piatti tipici del territorio con un pizzico di innovazione che non guasta.

Per finire con il prezzo, assolutamente abbordabile e trasparente: 20 euro per due portate, 25 euro per tre e 30 euro per una cena completa di antipasto, primo, secondo e dolce, bevande escluse. Vi assicuro che le portate sono abbondanti, per cui è tranquillamente possibile limitarsi a tre portate, in particolare se si opta per un classicissmo risotto con gli ossibuchi come portata principale.

Atmosfera familiare e rilassata, servizio adeguato e discreto.

Se ci è consentito un appunto, la qualità delle materie e la cura nella preparazione e nella presentazione dei piatti (cose che che non ti aspetteresti, dati i prezzi da agriturismo) meriterebbero una lista dei vini all’altezza, invece di costringere i clienti ad affidarsi ai consigli di un maitre non sempre ispirato.

Albergo Ticino Ristorante Chierico
27020 Carbonara Al Ticino (PV) – 14, VIA ROMA
tel: 0382 400477

Trattoria della Vigna, 3.14 AM

Gira tra i tavoli per scambiare due parole con i clienti, racconta che lui il pesce non lo mangia mai, tuttavia questo nostro abbinamento è l’unico che potrebbe “tollerare”: spadellata di coda di rospo e gamberi sgusciati, accompagnato da polenta alla griglia. Indossa un gilet scozzese e agli ospiti racconta che la sua sveglia, un giorno sì e uno no, suona alle 3.14. Va al mercato del pesce, sceglie e torna al ristorante per pulirlo e impostare la cucina. È lo chef e titolare della Trattoria della Vigna. La sala, l’illuminazione e l’ambiente non sono tra i più accoglienti ma il pesce è cucinato con sapiente semplicità.

I prezzi, persino quelli dei vini, sono bassi (incidono i secondi).

Trattoria della Vigna – Via Cassinino, 46 – Tel. 0382/422000 (Statale 35 dei Giovi da Pavia verso Milano, svoltare a sinistra verso Fraz. Cassinino, dove è visibile il ristorante Cassinino, la Trattoria della Vigna si trova più avanti in una via sulla sinistra).

Ringraziamenti a Davide per la recensione.

Mangiare a Lecce

Leggo con un po’ di stupore su gustoblog un post intitolato “mangiare a Lecce”, in cui Laura parla di una brutta esperienza al ristorante Picton, di Tonio Piceci. Non sono in grado di dire se si sia trattato di un episodio isolato o meno. Mi verrebbe da pensare di si.
Ad ogni modo, essendo io di Lecce, mi sembra doveroso contrapporre, ai due ristoranti “stroncati” da Laura, un paio di ristoranti che dovrebbero soddisfare anche i piu’ esigenti. Mangiare a Lecce, solitamente, è un piacere. I miei posti preferiti sono appunto questi due.
Il primo si chiama Alle due corti. Questo ristorante, apprezzato in tutto il mondo (con tanto di recensioni sul New York Times e Liberation, per intenderci), prepara ricette della tradizione salentina con sapienza. Oltre alle celeberrime orecchiette con le rape, consiglio senza alcun dubbio i ciceri e tria (pasta – di cui metà leggermente fritta in padella – con i ceci). Sui secondi, dipende molto dai gusti (se mangiate la carne di cavallo, dovete provare i pezzetti te cavallu). Resta sottinteso che tutto il menù è di qualità. Consiglio di prenotare. L’indirizzo è via Leonardo Prato, 42 – Lecce. Il numero di telefono 0832-242223.
L’altro posto che voglio suggerire è La corte dei pandolfi (mi diceva il proprietario che il sito è in costruzione. Prima o poi, sarà qui). Un po’ ristorante, un po’ enoteca e un po’ libreria, qui non troverete la cucina tipica salentina, ma una squisita selezione di formaggi e salumi accompagnati con gustose confetture, e piatti di carne assolutamente irresistibili. Da provare il controfiletto con l’estratto di fichi. Anche qui potrebbe essere meglio prenotare, soprattutto nel fine settimana. Il numero di telefono è 0832-332309. L’indirizzo: Piazzetta Orsini, Corte dei Pandolfi – Lecce.

Marketing 101

Pecoranera: “Stabilire chi dei due in questo caso abbia ragione, il ristoratore a pretendere comunque il pagamento o il cliente a voler pagare solo per i presenti, non è facile.”

Non sarà facile, ma non ha nessuna importanza. Zero. Nada. Rien.

L’unica cosa che conta è che, se il ristoratore in questione avesse veramente preteso il pagamento dell’ottavo coperto, sarebbe semplicemente un cretino. Uno che chiuderà bottega presto.

Come ha scritto proprio oggi Seth Godin sul suo sito:

Without copying the whole thing, it’s impossible for me to convey just how stupid (that’s the best word I can find) this marketer is and how bad he is at his job.

Some people are destined to fail. Green Culture (the company in question) is now on that list, in my opinion.

La notte dell’oca (selvaggia)

Goose Questo il menu di qualche sera fa alla Trattoria Guallina:

  • Fegato grasso d’oca con confettura di cipolle e susine.
  • Risotto alla bonarda con fagiolini dell’occhio e salame d’oca.
  • Petto d’oca tostato con patate al forno.
  • Apfelstrudel.

Vini e liquori:

Il cibo e il servizio sono stati eccellenti. Lo stesso non si può dire del vino, ma non sicuramente per colpa della cantina del ristorante, che è assolutamente esente da critiche, casomai per l’indecisione dei commensali che ha portato a un risultato sicuramente inferiore alle attese.