No al Patto della Pizza!

E bravo Aristide:

Della questione ne parla Paperogialloblog, il blog di Stefano Bonilli, anzi il blog del Gambero Rosso (da lui diretto). Bonilli, ospite della trasmissione insieme al presidente della Confcommercio, Sergio Billè, ci racconta in questo post dello “scellerato” Patto della Pizza, proposto da Bruno Vespa.
Ecco di cosa si tratta: “…fare due o tre giorni alla settimana, in tutte le pizzerie italiane, “Il Patto della Pizza” cioè una margherita più un bicchiere di birra o coca cola più un caffè a 7,50 euro. La proposta verrà fatta pubblicamente nel corso dell’assemblea della Confcommercio del 2 e 3 luglio.”
Ma che bella pensata consociativa!

Non potrei essere più d’accordo. A parte il fatto che trovo irritante ogni sistema di determinazione dei prezzi che non sia il libero mercato, avere la pizza calmierata a 7,50€ per due o tre giorni alla settimana servirà solo a fare sentire meglio i ristoratori che faranno prezzi ancora più alti il sabato e la domenica.

Lo ripeto, il mercato deve essere giudice unico e sovrano. Se il prezzo è troppo alto per un prodotto scadente, il mercato, che poi siamo noi, sceglierà un prodotto alternativo.

L’unica cosa sulla quale mi trovo in disaccordo con Aristide è il fatto che non mi piace la marinara ;).

7 commenti su “No al Patto della Pizza!”

  1. L’aumento dei prezzi degli ultimi anni è stato determinato dalla disonestà dei commercianti per i quali è stato facile fare 1 lira:1 euro. Negli altri Stati che hanno adottato la moneta unica non è stato così.

  2. Ciao,

    Dico subito che sono assolutamente d’accordo con il “patto della pizza”, almeno sò quanto spendo in certi giorni ed evito di farmi “derubare” duranti gli altri.
    Oltre all’effetto psicologico- di cui sopra credo possa essere un esperimento economico di cui analizzare i risultati a posteriori.

    Matteo

    PS Io preferisco la margherita

  3. Ciao,

    mi piace molto il discorso sul libero mercato, peccato che dopo l’equazione 1000 lire = 1 euro, la gente in pizzeria ha continuato ad andarci lo stesso (e non solo in pizzeria – guardate certi locali notturni che prezzi fanno sui cocktail), e credo potremmo anche sostenere che il prodotto sia adesso più scadente di prima. Conclusione potrebbe essere che in realtà non si ritiene eccessivo, in media, il costo di quel che ci servono, ma allora non capisco perchè, in media, la gente si lamenta di non arrivare alla fine del mese. Secondo me questi sono i termini: siamo in un paese dove i negozianti, quando cala la domanda, aumentano i prezzi per compensare (anche perchè, cosa non secondaria, entro certi limiti il prezzo alto dà una certa sensazione di “qualità“, ammettiamolo). Quindi per me il “patto della pizza”, SE verrà effettivamente mantenuto, significherà semplicemente sapere quale è il “tetto di spesa” per una serata in pizzeria, il che non è male. Anche se immagino l’effetto collaterale di lunghe code davanti alle pizzerie…se poi i negozianti aumenteranno i prezzi negli altri giorni, beh, non credete che lo farebbero anche senza patto?

    Ah, a me piace il calzone farcito

  4. Personalmente quando vado in una pizzeria o in un ristorante (vado spesso negli agriturismi) mi basso su 2 fattori per tornarci, la qualità e il prezzo … non sempre risparmiare è sinonimo di buon mangiare che sia “piazza” o altro! non è questione di prezzi ma di onestà!

Rispondi a Marco Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *