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Risotto con gli ossibuchi

Risotto con gli ossibuchiIl pranzo domenicale di oggi è consistito in una abbondante porzione di risotto con gli ossibuchi, una tradizionale ricetta milanese … se non fosse che la cuoca è siciliana. Ad ogni modo, uno dei migliori risotti con gli ossibuchi che io abbia mai mangiato.

la Monella.jpgData la pastosità del risotto e la quantità di grassi contenuti nell’ossobuco, ho optato per un vino rosso brioso e leggermente frizzante che realizza un ottimo contrasto, come la barbera del Monferrato “la Monella” di Giacomo Bologna.

Ingredienti per l’ossobuco

  • ossibuchi di vitello
  • farina
  • prezzemolo (solo le foglie)
  • aglio
  • scorza di limone (eliminare completamente la parte bianca)
  • filetti di alice sott’olio
  • vino bianco
  • olio extravergine di oliva
  • burro
  • brodo

Infarinare leggermente gli ossibuchi e farli rosolare in olio e burro. Aggiungere il vino bianco e farlo sfumare.

Preparare un trito fine di prezzemolo, aglio, olio, scorza di limone e cospargerne gli ossibuchi. Aggiungere un filetto di alice per ogni ossobuco.

Aggiungere il brodo e portare a cottura a fuoco lento, facendo attenzione che la farina non attacchi.

A parte, si prepara il classico risotto alla milanese e a fine cottura si aggiunge, oltre a zafferano e parmigiano grattuggiato, il sugo di cottura degli ossibuchi.

Assicuratevi di avere un ossobuco con una adeguata dose di midollo il quale, unito al risotto, gli conferisce un gusto straordinario.

Sono un ragazzo fortunato

Questo è quel che penso ogni volta mi ricordo (cioè spesso!) quanto buon cibo offre il nostro paese. È incredibile come ci sia una gran qualità unita ad una gran quantità. Ogni regione d’Italia offre qualcosa di straordinariamente buono (e spessissimo, pure sano).

Non è quindi un caso, ritengo, se spesso mi trovo ad abbinare prodotti provenienti da luoghi assolutamente diversi…
Qualcuno potrà pure storcere il naso (e faccia pure – non porterò rancore), ma, ad esempio, mi piace abbinare i tarallucci pugliesi (meglio se nella variante piccante, gia’ che ci siamo 🙂 ) con la soppressata veneta. O bere del primitivo dolce (squisito il madrigale del Consorzio Produttori Vini – Manduria) accompagnato ad un gorgonzola (celeberrimo formaggio lombardo “a doppia pasta” fatto negli alpeggi tra i 1500 e i 2000 metri d’altitudine (cancellato come da commenti)). O accompagnare delle tagliatelle al ragù alla bolognese (io lo lascio sul fuoco almeno 5 ore) con un robusto Aglianico del Vulture.

Non voglio certo contestare la famosa regola di abbinare cibi e vini provenienti dalla stessa zona. La ritengo una regola sensata, in linea di massima, per più di un motivo.
Ma ritengo sia giusto provare anche abbinamenti che escano da questi schemi. Provare, sperimentare, assaggiare. Si può sempre decidere di fare un passo indietro. Ma quando si fa il passo in avanti nella giusta direzione, i sensi ringraziano.

I miei ringraziano l’Italia per l’imbarazzo della scelta.