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Fragole, fragole, fragole! (Risotto fragole e champagne)

Finalmente sono arrivate! La pianta piu’ sexy che esista! 😀
Il frutto ci e’ stato portato dalle Americhe e l’ironia della sorte ha voluto che la varieta’ che oggi mangiamo, la Fragaria, sia un ibridazione europea compiuta per sopperire a un errore abbastanza grottesco : coloro i quali le introdussero in Europa, portarono dal Sud America solo piante femmine, e cosi’ gli ortocultori europei, per ottenerne frutti e semi, furono costretti a incrociarle con piante nordamericane!
Di solito la si mangia nei dolci, nella macedonia di frutta o da sola a fine pasto (assolutamente da provare con un po’ di aceto balsamico tradizionale di Modena), ma oggi ve la voglio proporre cosi’ come non l’avete mai conosciuta e come mai ve la aspettereste: come primo 🙂

Risotto alle fragole e champagne con riduzione al pepe bianco
Una ricetta molto sensuale, maliziosa e adatta a cene intime … a lume di candela … a buon intenditor … 😉

Ingredienti
Per 2 persone:

  • una cipolla
  • una carota grande
  • una costa di sedano
  • 150g di burro
  • due tazzine di riso arborio
  • mezza bottiglia di champagne (leggi in fondo per alcuni dettagli)
  • 400g di fragole
  • mezza bottiglia di vino rosso
  • una piccola manciata di bacche di ginepro
  • una generosa manciata di grani di pepe bianco di qualita’ (suggerisco il pepe bianco del Sarawak)
  • sale
  • Parmigiano Reggiano DOP
  • qualche fogliolina di menta per la presentazione

Prepariamo un brodo vegetale molto leggero mettendo a bollire in acqua poco salata mezza cipolla, una carota sbucciata e una costa di sedano.
Tagliamo le fragole a spicchi, tenendone due a parte per la presentazione.
Facciamo sciogliere 50g di burro in una pentola antiaderente e facciamoci imbiondire la rimanente cipolla tagliata finemente. Quando sara’ leggermente dorata aggiungiamo il riso e facciamolo tostare a fiamma alta. Importante ricordare che piu’ la cipolla diventa gialla, e piu’ ne percepiremo il sapore, percio’, essendo questo piatto particolarmente delicato, cio’ che non vogliamo e’ percepire un forte sapore di cipolla.
Aggiungiamo un bicchiere di champagne e facciamo sfumare.
Abbassiamo la fiamma e facciamo cuocere il riso molto lentamente, irrorando con il brodo vegetale di tanto in tanto, quando il riso diventa troppo asciutto.
Nel frattempo prepariamo la riduzione mettendo il vino rosso in una pentola a fuoco medio/basso assieme al ginepro e al pepe bianco. Non fate fiammare il vino, ma fatelo lentamente bollire e ridurre: la riduzione avra’ un odore fortemente speziato la cui nota dominante sara’ il pepe bianco e una consistenza densa.
A cottura quasi ultimata, aggiungiamo al riso il resto dello champagne e le fragole.
Quando il riso sara’ cotto al dente, aggiungiamo il rimanente burro, il parmigiano, mescoliamo, spegnamo il fuoco e lasciamolo mantecare a coperchio chiuso per un paio di minuti.
Serviamolo caldo, versandovi sopra la riduzione in maniera coreografica, guarnendo con una fragola fresca e un po’ di foglioline di menta.

Possiamo variare questa ricetta e renderla un po’ piu’ economica sostituendo lo champagne con un altro bianco secco, purche’ ci siano le bollicine 😉
Suggerirei un Cartizze di Valdobbiadene Brut, il quale verra’ anche servito da bere.
Per quanto riguarda lo champagne, essendo questo argomento troppo vasto per essere trattato a pie’ di questo post, mi affido alla fantasia e alla competenza del lettore per la scelta del piu’ appropriato, o magari a un post piu’ dettagliato, ma mi permetto di suggerire, vogliate perdonare la sbrigativita’ e la presunzione, la ricerca di produttori meno noti rispetto ai mostri sacri dello champagne i quali, di recente, si stanno dedicando piu’ alla quantita’.
Sia che scegliate di utilizzare lo champagne, sia che scegliate un altro vino, tenete presente che, nella cottura, andranno perse molte delle sue caratteristiche, percio’, utilizzate per la cottura una annata inferiore o una versione meno complessa e mantenete le annate importanti o le cru’ particolari dello stesso vino utilizzato per la cottura per essere bevute a tavola, dove potrete davvero apprezzarle.

Focaccia Pugliese

Focaccia puglieseAvendo io origini pugliesi, questo sapore fa parte della mio background gastronomico sin da quando ero bambino.
La si puo’ mangiare anche fredda, ma calda bollente, appena sfornata, e’ davvero imperdibile. La si puo’ servire, farcita con mortadella, prosciutto, mozzarella, provola affumicata e chi piu’ ne ha piu’ ne metta durante picnic all’aperto o come piatto unico, o anche, in piccole dosi, come antipasto rustico; nell’ultimo caso occhio al menu: i sapori decisi di questo piatto chiederanno ai successivi un crescendo.

Ingredienti
per 8 persone

  • 1kg Farina
  • 4 patate grosse (400g c.a)
  • 1 cubetto di lievito di birra (40g c.a)
  • 200ml c.a di acqua (o, se la serviremo con un bianco, meta’ acqua e meta’ vino bianco)
  • 24 pomodorini ciliegia
  • Olio extravergine di oliva (pugliese ;))
  • origano
  • sale grosso

Facciamo bollire bene le patate, peliamole e passiamole con il passaverdura.
Nella spianatoia facciamo la fontana, aggiungiamo le patate, un paio di cucchiai di olio, il lievito e il sale sciolti nell’acqua e il vino bianco, se contemplato.
Impastiamo bene fino a ottenere un panetto liscio, compatto e morbido.
Stendiamo il panetto in una teglia da forno ben unta d’olio, copriamola con un panno e facciamo lievitare fino a quando non sara’ raddoppiata (circa un’ora e mezza).
Tagliamo i pomodorini a meta’ e spingiamoli, dalla parte aperta, dentro all’impasto lievitato, in modo che la sommita’ del dorso coincida approssimativamente al livello della pasta. Cospargiamo con sale grosso, origano e una bella spruzzata d’olio.
Inforniamo a 200 gradi per 20 minuti circa, o, se preferite, fino a quando la superficie diventa leggermente bruna.

Possiamo abbinarci sia un bianco secco, sia un rosso intenso, ma, con un piatto cosi’, l’abbinamento geografico per il vino, direi che si impone, dato che la puglia vanta un’ottima produzione vinicola, sia per qualita’ e quantita’, sia per varieta’. Suggerirei, per i bianchi, uno Chardonnay di Castel Del Monte, un Secco di Gravina, o un Locorotondo. Per i rossi c’e’ solo l’imbarazzo della scelta, tra i piu’ indicati, a mio parere, troviamo il Primitivo del Salento, il Negroamaro e anche la Malvasia Nera di Lizzano.