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Resta l’obbligo dell’indicazione d’origine in etichetta

Resta l’obbligo dell’indicazione d’origine in etichetta
Accolta con soddisfazione da Slow Food la decisione del Governo di mantenere gli obblighi di etichettatura sull’origine degli alimenti

La campagna a difesa dell’indicazione d’origine in etichetta, condotta da Slow Food e Coldiretti e sostenuta da milioni di cittadini e parlamentari di ogni schieramento ha portato a un primo importante traguardo: il ritiro da parte del Governo, nella Commissione Politiche comunitarie del Senato, dell’articolo 7 del disegno di legge comunitaria che prevedeva l’abrogazione degli obblighi di etichettatura di origine previsti dalla legge 204 del 2004.

Ora l’attenzione va spostata in sede europea, affinchè l’Italia non incorra in procedure di richiamo da parte dell’Ue, ma la legge 204 sia valutata positivamente. Slow Food infatti auspica che la norma possa diventare un punto di riferimento per le future politiche europee in quanto valido strumento a difesa dei produttori e a tutela dei consumatori.

«Slow Food confida nell’attività del Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro, il quale ha dimostrato un importante impegno nella salvaguardia del patrimonio agroalimentare del Paese. Grazie alla sua esperienza in materia e al consenso che ha saputo conquistarsi a livello europeo, De Castro è sicuramente la persona che meglio saprà rappresentare le linee guida della 204/2004. Una legge maturata nel contesto italiano, ricco di varietà agroalimentare, che può essere valida anche per gli altri Paesi della Comunità Europea» ha spiegato Roberto Burdese, Presidente di Slow Food Italia.

La trasparenza in etichetta e la valorizzazione dei prodotti locali, come dimostrano i progetti dei Presìdi Slow Food, è la strada vincente per l’affermazione di un’agricoltura ecosostenibile.

Slow Food seguirà con attenzione gli sviluppi della vicenda e promuoverà ulteriori iniziative analoghe affinché le politiche di tutela dei prodotti locali e del patrimonio agroalimentare del Paese abbiano il più ampio consenso possibile.

Intanto Slow Food e Coldiretti proseguono la raccolta firme “Difendiamo l’etichetta!” per rafforzare il messaggio di tutela delle identità agroalimentari.

La qualità dei cibi che mangiamo – l’olio extravergine di oliva

Eccoci alla terza puntata della nostra serie sulla qualità dei prodotti che compriamo al supermercato, e non solo, per le nostre tavole. Stavolta parliamo dell’olio extravergine di oliva

Una premessa. Parliamo dell’olio prodotto in Italia, perché dell’olio che si produce all’estero, nulla si può dire o controllare, perché esistono forti differenze di normativa e la nostra rende obbligatorie ben poche indicazioni sull’etichetta. In sostanza, salvo l’assaggio, non abbiamo molte possibilità di controllo. Ovviamente si potrebbe far analizzare in laboratorio, ma non credo che per tutti noi questa sia una possibilità reale.
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Cibi light, le illusioni delle etichette

Altroconsumo ci mette in guardia contro i cibi “light”:

I cibi “light” promettono leggerezza in etichetta, ma non sempre mantengono le promesse. Altroconsumo ha voluto vederci chiaro, valutando etichette e contenuto di 42 prodotti tra formaggi, yogurt, maionese, tonno, patatine, prodotti da forno. L’alimento leggero, infatti, dovrebbe contenere meno zuccheri o grassi e, in generale, meno calorie.

Personalmente non ho mai avuto simpatia per questo tipo di prodotti. Meglio mangiare un po’ meno di un alimento meno manipolato. E non pagare l’acqua come fosse mozzarella.

(Via Corriere della Sera.)