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A scuola di vino a Firenze e Bagno a Ripoli

Riparte il calendario dei corsi Umami: si comincia con il vino, a Firenze e a Bagno a Ripoli… – Umami News.

dipinto-vino Torna, dopo la pausa estiva, il calendario di corsi targati Studio Umami, specializzato nella creazione di corsi ed eventi enogastronomici. E la partenza, visto anche il periodo di vendemmia, non poteva che essere vinicola. Due appuntamenti da non perdere, due corsi – organizzati a Bagno a Ripoli (mercoledi 30 settembre, giovedi 8, mercoledi 14 e 21 ottobre – c/o Antico Ospedale Bigallo – Firenze) e a Firenze (lunedi 5, 12, 19 e 26 ottobre – c/o Circolo Floriagafir, zona Firenze sud, a lato della piscina Bellariva) – di quattro serate ciascuno dedicati a tutti coloro che vogliano saperne di più sull’amato Nettare di Bacco.

Qualche notizia storica, poi via in vigna e in cantina per scoprire come nasce il vino, soffermandosi sulle tecniche di degustazione e del corretto abbinamento a tavola. Il tutto, ovviamente, accompagnato dalle indispensabili “prove pratiche” di assaggio: la seconda parte di ciascun incontro sarà infatti dedicata all’analisi di 4 differenti tipologie di vino, provenienti dalle zone di produzione più rappresentative a livello nazionale.

Il costo di partecipazione è di 80 euro: a ciascun corsista verranno consegnati un set da 6 bicchieri modello “ISO degustazione” e dispense sugli argomenti trattati. Per info e prenotazioni: 055.6587304 – www.umaminews.com

MOBA, ristorante a Villa Bardini di Firenze

Moba di notte
Moba di notte

Quest’estate, a Firenze, ha inaugurato un nuovo ristorante di pesce.
Incuriosita dalla location – sopra un museo recentemente ristrutturato – ho deciso di provarlo. Già nel nome si capisce la vocazione artistica: MOBA, Monumenti Bardini, non distante dal Museo Bardini.

La posizione è strepitosa: davanti al Forte Belvedere, ha una terrazza su Firenze più o meno allo stesso livello del Piazzale Michelangelo (ma più orientata verso Firenze Sud) e confina con il giardino Bardini, classico esempio di giardino all’italiana con siepi e vialetti.

Al piano superiore la Terrazza Bardini propone aperitivi, al piano inferiore la cena.
Non potevo non cominciare con un aperitivo: ho bevuto un mojito ben fatto, servito con un vassoietto di assaggini tra cui spiccava un leggero cous cous, uno spiedino di salmone, un gazpacho e una mousse di melone con dadetti di prosciutto crudo, serviti in due bicchierini.

Non ho fatto il bis a malincuore e sono scesa al piano di sotto per la cena.
E’ un ristorante di pesce (per quanto nel menu ci sia anche la carne e un piatto vegetariano) quindi mi sono lanciata in una cena tutta di pesce.
Come antipasto ho preso un mix di cruditè: tonno rosso pinna gialla di Sicilia, scampi e branzino. Accompagnati da un’insalatina e pomodori. Deliziosi.
A seguire ho preso un classico: spaghetti alle vongole veraci. Ottimi e saporiti.
E per finire una fritturina leggera di gamberi e calamari con verdure. Davvero leggera e croccante. Non mi ha appesantito per niente.

Come vino mi sono fatta consigliare. Mi hanno servito un vino siciliano abbastanza secco che a me è piaciuto molto: Aquilae Catarratto Inzolia, proveniente da Canicattì.
Un posto nel quale tornare.

MOBA Ristorante Bardini
Via Costa San Giorgio 6a, Firenze
tel. 055 2008444
www.moba.fi.it

Pausa pranzo a Firenze

A Firenze non c’è molto l’abitudine di pranzare al ristorante. Spesso si preferisce fermarsi in un bar che fa piatti caldi. I bar sono così bene organizzati che non solo accettano i ticket restaurant, ma offrono di tutto ai loro clienti: primi piatti, secondi, contorni, pizza, insalatone. Ma la vera tradizione per molti lavoratori e studenti è mangiare per strada: fermarsi dal trippaio e farsi un panino.
Con cosa? Beh ovviamente con la trippa (in umido o in bianco), ma spesso il panino è col lampredotto.

Cos’è? Il lampredotto è una parte interna, diciamo quella più in fondo, dello stomaco della mucca. E’ una carne delicata e magra, bollita a lungo nel brodo (fatto di pomodoro e odori).

Nei chioschini per strada (spesso sono furgoni con le ruote) il lampredotto continua a bollire nel caldo per ore. In pieno inverno c’è gente che mangia per strada, apprezzando il calore che ne scaturisce.

Al momento dell’ordine, il trippaio tira fuori dal pentolone una porzione, la sminuzza con ferocia sopra il tagliere e la infila nel pane, anch’esso intinto nel brodo per acquistare sapore. A richiesta può versare sopra un po’ di salsa verde o piccante. Mangiarlo senza sbrodolarsi è praticamente impossibile. Ma proprio quello è il bello! Lo si accompagna col classico bicchiere di vino rosso toscano.

In alternativa il trippaio può servire il lampredotto nella vaschetta. Questa è la versione originale.

Poi, ovviamente, come tutte le cose, ci sono le varianti: il lampredotto in inzimino, con i porri o i carciofi, con la ribollita. E c’è anche la trippa, la poppa, la zampa… ma prima è necessario assaggiare
il miglior lampredotto di Firenze. Soltanto dopo vale la pena provare altre specialità!