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Operazione “Vendemmia Sicura”: i nomi

Su Vinopigro (blog curato da Elisabetta Tosi) – update: e su Aristide (chiedo scusa per non aver letto per tempo il feed) – vengono pubblicati i nomi delle aziende coinvolte nell’inchiesta “Vendemmia sicura” (più nota con il nome di Velenitaly).

Per il bene del settore vitivinicolo (e dell’immagine del vino italiano all’estero) ci ostiniamo a credere nella buona fede di questi acquirenti – in altre parole: non sapevano quel che compravano.

Una buona fede che però andrà provata: come si dice in questi casi, “la posizione di queste aziende è ora al vaglio degli inquirenti”.

In teoria, potrebbe anche essere che alcune di queste aziende abbiano si acquistato dalle ditte V.M.C. Srl ed Enoagri Export Srl, ma non prodotti adulterati e/o annacquati.

Brunellopoli e la facile soluzione al problema

Il disciplinare di produzione del Brunello di Montalcino prevede (tra gli altri) questi requisiti:

  • Zona di produzione: Comune di Montalcino
  • Vitigno: Sangiovese (denominato, a Montalcino, “Brunello”)

Brunellopoli (e come altro, sennò?) è il termine giornalistico dato all’indagine in corso sul Brunello di Montalcino che tanto Brunello di Montalcino non è, dato che alcune (poche, l’1% pare, ma famose anche per i meno esperti come il sottoscritto) aziende produttrici non usavano esclusivamente sangiovese (e forse neanche proveniente dal comune di Montalcino). Il reato in questione, per la cronaca, è “frode in commercio e falso in atto pubblico”.

La cosa bizzarra (ripeto, non sono esperto: ecco perché uso questo termine, anche se a me per primo sembra un eufemismo) è che ora la soluzione al problema è quella di cambiare il disciplinare di produzione (!!).

Non mi dilungo troppo sulla cosa e rimando a chimilioni di volte più competente di me in materia – ne ha già parlato diffusamente (anche) qui e qui.

Io posso solo dire che questa soluzione mi ha fatto subito venire in mente una battuta (in tutt’altro contesto) di Corrado Guzzanti:

Se i partiti non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori!

Il problema, però, è che nel caso del Brunello non si tratta di una battuta

Update: Soldera mette il veto statuario ad eventuali decisioni sul disciplinare. Evviva Soldera!

Velenitaly

Benvenuti a Velenitaly, recita l’articolo de L’Espresso, che porta a galla una situazione inquietante.

Concimi, sostanze cancerogene, acqua, zucchero, acido muriatico e solo un quinto di mosto. Con questo miscuglio sono stati prodotti 70 milioni di litri di vino a basso costo. Venduti in tutta Italia.

Il ministro De Castro ha dichiarato “Il Vigneto Puglia è in costante crescita e il suo livello qualitativo non può certo essere messo in discussione da una o due realtà poco oneste che infangano il buon nome della nostra regione”. È vero, non possono essere pochi criminali a rovinare il nome della regione Puglia e di tutta l’Italia nella produzione di vino. Motivo in più, questo, per avere il pugno di ferro. Ma pensando a come funziona la giustizia in Italia, mi riesce difficile essere ottimista.

Update: se ne parla anche su Tigullio Vino e su Kelablu.

Update 2.0: su velenitaly e le reazioni, con il dubbio che sia quasi una bufala (senza diossina)