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Pausa pranzo a Firenze

A Firenze non c’è molto l’abitudine di pranzare al ristorante. Spesso si preferisce fermarsi in un bar che fa piatti caldi. I bar sono così bene organizzati che non solo accettano i ticket restaurant, ma offrono di tutto ai loro clienti: primi piatti, secondi, contorni, pizza, insalatone. Ma la vera tradizione per molti lavoratori e studenti è mangiare per strada: fermarsi dal trippaio e farsi un panino.
Con cosa? Beh ovviamente con la trippa (in umido o in bianco), ma spesso il panino è col lampredotto.

Cos’è? Il lampredotto è una parte interna, diciamo quella più in fondo, dello stomaco della mucca. E’ una carne delicata e magra, bollita a lungo nel brodo (fatto di pomodoro e odori).

Nei chioschini per strada (spesso sono furgoni con le ruote) il lampredotto continua a bollire nel caldo per ore. In pieno inverno c’è gente che mangia per strada, apprezzando il calore che ne scaturisce.

Al momento dell’ordine, il trippaio tira fuori dal pentolone una porzione, la sminuzza con ferocia sopra il tagliere e la infila nel pane, anch’esso intinto nel brodo per acquistare sapore. A richiesta può versare sopra un po’ di salsa verde o piccante. Mangiarlo senza sbrodolarsi è praticamente impossibile. Ma proprio quello è il bello! Lo si accompagna col classico bicchiere di vino rosso toscano.

In alternativa il trippaio può servire il lampredotto nella vaschetta. Questa è la versione originale.

Poi, ovviamente, come tutte le cose, ci sono le varianti: il lampredotto in inzimino, con i porri o i carciofi, con la ribollita. E c’è anche la trippa, la poppa, la zampa… ma prima è necessario assaggiare
il miglior lampredotto di Firenze. Soltanto dopo vale la pena provare altre specialità!

Una cucina in azienda

WOW! In azienda abbiamo deciso di approntare una cucina nella tavernetta che abbiamo sotto gli uffici.
Cucinare tutti i giorni sarà impossibile perché siamo sempre in giro, impegnati nei nostri progetti coi motori di ricerca, però almeno un paio di volte a settimana abbiamo previsto di prepararci qualcosa.

Ovviamente sono stato eletto all’unanimità cuoco del gruppo, ma devo dire che la cosa mi piace 🙂
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Mangiare d’estate

Come ogni anno, fioccano i consigli su cosa mangiare durante l’estate. Si sa bene, infatti, che una adeguata alimentazione aiuta ad affrontare meglio il caldo.

Riporto qui una piccola tabella, a mo’ di “buoni e cattivi”, pubblicata sul sito della Coldiretti.

GLI ALIMENTI PER DORMIRE BENE CON IL GRANDE CALDO

Buoni:

  • Pasta, Riso, Pane, Orzo
  • Lattuga, radicchio, Cipolla, Aglio
  • Formaggi freschi, Yogurt
  • Uova bollite
  • Miele in infusi caldi, Latte fresco caldo
  • Frutta dolce
  • Dolce

Cattivi:

  • Patatine in sacchetto
  • Piatti con dado da cucina
  • Caffè, The, Cioccolato, Cacao
  • Curry, Pepe, Paprika
  • Superalcolici
  • Salatini
  • Alimenti in scatola

Mi pare di poter dire che non c’è nulla di nuovo in queste informazioni 😉

Sono un ragazzo fortunato

Questo è quel che penso ogni volta mi ricordo (cioè spesso!) quanto buon cibo offre il nostro paese. È incredibile come ci sia una gran qualità unita ad una gran quantità. Ogni regione d’Italia offre qualcosa di straordinariamente buono (e spessissimo, pure sano).

Non è quindi un caso, ritengo, se spesso mi trovo ad abbinare prodotti provenienti da luoghi assolutamente diversi…
Qualcuno potrà pure storcere il naso (e faccia pure – non porterò rancore), ma, ad esempio, mi piace abbinare i tarallucci pugliesi (meglio se nella variante piccante, gia’ che ci siamo 🙂 ) con la soppressata veneta. O bere del primitivo dolce (squisito il madrigale del Consorzio Produttori Vini – Manduria) accompagnato ad un gorgonzola (celeberrimo formaggio lombardo “a doppia pasta” fatto negli alpeggi tra i 1500 e i 2000 metri d’altitudine (cancellato come da commenti)). O accompagnare delle tagliatelle al ragù alla bolognese (io lo lascio sul fuoco almeno 5 ore) con un robusto Aglianico del Vulture.

Non voglio certo contestare la famosa regola di abbinare cibi e vini provenienti dalla stessa zona. La ritengo una regola sensata, in linea di massima, per più di un motivo.
Ma ritengo sia giusto provare anche abbinamenti che escano da questi schemi. Provare, sperimentare, assaggiare. Si può sempre decidere di fare un passo indietro. Ma quando si fa il passo in avanti nella giusta direzione, i sensi ringraziano.

I miei ringraziano l’Italia per l’imbarazzo della scelta.