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Granita di mele e sedano con vinaigrette di wasabi e salmone affumicato

Durante il mio tradizionale cenone di capodanno, come antipasto, ho proposto questo piccolo crossover che va dalla tradizione siciliana fino all’estremo oriente, passando per i corsi d’acqua della Norvegia, visitando le Saline di Cervia e fermandosi in Trentino a raccogliere qualche mela 😉

Il piatto, attingendo dalla cultura culinaria orientale, oltre a svilupparsi visivamente e a cercare una sensazione gustativa, si propone anche di stimolare un’esperienza tattile, presentando elementi di texture e contrasti di temperatura.

Ingredienti

per 6 persone

  • 4 mele del Trentino “Granny Smith”
  • 6 coste di sedano
  • un limone
  • wasabi in pasta, 1 o 2 cucchiaini da tè a seconda dei gusti
  • olio extra vergine d’oliva di qualità, possibilmente novello
  • Sale Grosso di Cervia, possibilmente della salina Camillone
  • 6 fettine di salmone selvatico norvegese affumicato

Preparazione

Frullate le mele e il sedano con il succo di limone, fino a ottenere un composto non troppo cremoso.

Ponetelo in un recipiente e mettetelo in congelatore.

Dopo un’ora toglietelo ed eliminate i cristalli più grossi con una forchetta.

Riponetelo in congelatore e lasciatelo surgelare almeno 2 ore, ripetendo l’operazione di tanto in tanto.

Ora dovreste avere una granita di colore verde pallido, dai cristalli molto piccoli.
Ponetela in una coppetta e date due giri di olio d’oliva.

In una piccola ciotola, mescolate il wasabi con un po’ d’acqua, in modo da ottenere una vinagrette piuttosto densa, con la quale aspergerete la granita. Fate molta attenzione al wasabi, perché non è semplicemente speziato: è diabolico! Chiedete ai vostri ospiti e regolatevi di conseguenza.

Aggiungete un piccolo pizzico di sale grosso di Cervia. Mi raccomando, usate il sale grosso, perché quello fino si scioglie, fa sciogliere il ghiaccio e rovina la texture del piatto.

A questo punto prendete le fettine di salmone e formate un fiorellino arrotolandole.
Ponete il fiore di salmone sulla coppetta e servite.

Il vino

Le molte sfumature del piatto vanno considerate attentamente, prima di scegliere un vino. Essendo una granita, vi propongo un paio di vini siciliani: non propriamente un accostamento geografico, ma un omaggio alla terra della granita. Se volete giocare con il contrasto dolce/salato/piccante, una Malvasia delle Lipari potrebbe sorprendere, altrimenti un Carricante (Etna) si adatta meglio come elemento di sfondo.

Nonostante il piatto sembri molto delicato, anche visivamente, in realtà presenta nouances molto decise, e quindi si presta ad essere accompagnato da un buon Nero d’Avola, da uno Syrah Siciliano o da tutti e due: farebbero un interessante contrasto con il pesce affumicato e creerebbero un ottimo sottofondo alle note decise dello wasabi.

Risotto con i carciofi

Ricetta del risotto con i carciofi.

Ingredienti:
– 500 gr di riso (arborio o carnaroli)
– carciofi (6/8 carciofi, a seconda della dimensione)
– 1 cipolla
– 1 spicchio d’aglio
– burro
– olio extravergine d’oliva
– sale
– parmigiano reggiano grattuggiato

Preparazione:
Pulire i carciofi e tagliarli in piccoli spicchi. Nel frattempo, in una pentola rosolare l’aglio nell’olio finché non si sarà indorato. A quel punto, togliere l’aglio dalla pentola ed aggiungere la cipolla tagliata sottile, abbassando la fiamma. Quando la cipolla sarà sufficientemente soffritta, aggiungere i carciofi. Far cuocere a fuoco lento aggiungendo un po’ di brodo caldo. Quando i carciofi saranno sufficientemente cotti, aggiungere il riso ed un pizzico di sale. Aggiungere continuamente un mestolo di brodo alla volta, finché il riso non sara cotto. A questo punto, aggiungete un po’ di burro ed il parmigiano. Mescolate bene il tutto e lasciate riposare alcuni minuti.

Sulla scelta del riso per il risotto, consiglio le varietà arborio o carnaroli (ma non sono certo le uniche) perché sono i più adatti. Ma comunque, generalmente, non c’è difficoltà a scegliere la varietà giusta in quanto le confezioni già riportano l’uso più adatto: in questo caso, quello del risotto.

Fragole, fragole, fragole! (Risotto fragole e champagne)

Finalmente sono arrivate! La pianta piu’ sexy che esista! 😀
Il frutto ci e’ stato portato dalle Americhe e l’ironia della sorte ha voluto che la varieta’ che oggi mangiamo, la Fragaria, sia un ibridazione europea compiuta per sopperire a un errore abbastanza grottesco : coloro i quali le introdussero in Europa, portarono dal Sud America solo piante femmine, e cosi’ gli ortocultori europei, per ottenerne frutti e semi, furono costretti a incrociarle con piante nordamericane!
Di solito la si mangia nei dolci, nella macedonia di frutta o da sola a fine pasto (assolutamente da provare con un po’ di aceto balsamico tradizionale di Modena), ma oggi ve la voglio proporre cosi’ come non l’avete mai conosciuta e come mai ve la aspettereste: come primo 🙂

Risotto alle fragole e champagne con riduzione al pepe bianco
Una ricetta molto sensuale, maliziosa e adatta a cene intime … a lume di candela … a buon intenditor … 😉

Ingredienti
Per 2 persone:

  • una cipolla
  • una carota grande
  • una costa di sedano
  • 150g di burro
  • due tazzine di riso arborio
  • mezza bottiglia di champagne (leggi in fondo per alcuni dettagli)
  • 400g di fragole
  • mezza bottiglia di vino rosso
  • una piccola manciata di bacche di ginepro
  • una generosa manciata di grani di pepe bianco di qualita’ (suggerisco il pepe bianco del Sarawak)
  • sale
  • Parmigiano Reggiano DOP
  • qualche fogliolina di menta per la presentazione

Prepariamo un brodo vegetale molto leggero mettendo a bollire in acqua poco salata mezza cipolla, una carota sbucciata e una costa di sedano.
Tagliamo le fragole a spicchi, tenendone due a parte per la presentazione.
Facciamo sciogliere 50g di burro in una pentola antiaderente e facciamoci imbiondire la rimanente cipolla tagliata finemente. Quando sara’ leggermente dorata aggiungiamo il riso e facciamolo tostare a fiamma alta. Importante ricordare che piu’ la cipolla diventa gialla, e piu’ ne percepiremo il sapore, percio’, essendo questo piatto particolarmente delicato, cio’ che non vogliamo e’ percepire un forte sapore di cipolla.
Aggiungiamo un bicchiere di champagne e facciamo sfumare.
Abbassiamo la fiamma e facciamo cuocere il riso molto lentamente, irrorando con il brodo vegetale di tanto in tanto, quando il riso diventa troppo asciutto.
Nel frattempo prepariamo la riduzione mettendo il vino rosso in una pentola a fuoco medio/basso assieme al ginepro e al pepe bianco. Non fate fiammare il vino, ma fatelo lentamente bollire e ridurre: la riduzione avra’ un odore fortemente speziato la cui nota dominante sara’ il pepe bianco e una consistenza densa.
A cottura quasi ultimata, aggiungiamo al riso il resto dello champagne e le fragole.
Quando il riso sara’ cotto al dente, aggiungiamo il rimanente burro, il parmigiano, mescoliamo, spegnamo il fuoco e lasciamolo mantecare a coperchio chiuso per un paio di minuti.
Serviamolo caldo, versandovi sopra la riduzione in maniera coreografica, guarnendo con una fragola fresca e un po’ di foglioline di menta.

Possiamo variare questa ricetta e renderla un po’ piu’ economica sostituendo lo champagne con un altro bianco secco, purche’ ci siano le bollicine 😉
Suggerirei un Cartizze di Valdobbiadene Brut, il quale verra’ anche servito da bere.
Per quanto riguarda lo champagne, essendo questo argomento troppo vasto per essere trattato a pie’ di questo post, mi affido alla fantasia e alla competenza del lettore per la scelta del piu’ appropriato, o magari a un post piu’ dettagliato, ma mi permetto di suggerire, vogliate perdonare la sbrigativita’ e la presunzione, la ricerca di produttori meno noti rispetto ai mostri sacri dello champagne i quali, di recente, si stanno dedicando piu’ alla quantita’.
Sia che scegliate di utilizzare lo champagne, sia che scegliate un altro vino, tenete presente che, nella cottura, andranno perse molte delle sue caratteristiche, percio’, utilizzate per la cottura una annata inferiore o una versione meno complessa e mantenete le annate importanti o le cru’ particolari dello stesso vino utilizzato per la cottura per essere bevute a tavola, dove potrete davvero apprezzarle.

Pasta fredda: fusilli alle melanzane e fontina

Quando arriva il caldo dell’estate, inizio a preparare spesso la pasta fredda. Cambio continuamente i condimenti e ieri ho voluto cercare un’idea diversa. Ho così trovato sul sito Ricette e dintorni questa ricetta dei fusilli alle melanzane e fontina, che riporto tale e quale.

Ingredienti per 4 persone:
– 350 gr di fusilli
– una melanzana di media grossezza
– 80 gr di fontina
– 15 olive nere con il nocciolo
– tre foglioline di basilico
– sale e olio

Preparazione:
Lava una melanzana di media grossezza, tagliala a dadini. In una padella antiaderente rosola mezza cipolla con poco olio e aggiungi i dadini di melanzana.
Cuoci per una decina di minuti aggiungendo se necessario ancora dell’olio, regola di sale e spegni quando i dadini si sono leggermente dorati. Il fuoco non deve essere forte.
In acqua bollente mettici i fusilli e quando sono ancora al dente scolali e falli leggermente raffreddare sotto il getto dell’acqua.
Taglia a piccoli dadini la fontina e mettili in una capace terrina mettici anche i dadini di melanzana e le olive denocciolate e tagliate a pezzettini.
Versa la pasta, mescola, aggiungi un filo di olio extravergine e due o tre foglioline di basilico spezzettate con le dita.
Il basilico non va tagliato col coltello per non annerirlo.

E da bere un bel vino rosato fresco ad accompagnare il tutto.

Spaghetti con le zucchine

Vista la stagione, propongo la ricetta degli spaghetti con le zucchine.

Ingredienti:
– 500 gr di spaghetti
– 400 gr di zucchine
– 1 spicchio d’aglio
– prezzemolo
– olio extravergine d’oliva
– sale
– pepe

Preparazione:
lavare e spuntare le zucchine, quindi affettarle; in una padella mettere un po’ d’olio d’oliva ed imbiondire lo spicchio d’aglio; togliere poi l’aglio e mettere le zucchine affettate. Cucinare le zucchine a fiamma viva, in modo che si dorino anziché spappolarsi. Salare, pepare e aggiungere il prezzemolo.
Nel frattempo cuocere gli spaghetti, scolandoli al dente. Versare nella pentola (quella usata per la cottura della pasta andrà benissimo) gli spaghetti scolati e le zucchine con il sugo di cottura ed amalgamare sul fuoco. Aggiungere un po’ di olio d’oliva, se necessario, e servire.

Pancetta o guanciale?

Troppo spesso si sente parlare, in particolar modo nelle ricette, di pancetta e guanciale come se fossero la stessa cosa. Eppure, pancetta e guanciale sono due tagli ben diversi: come dicono anche i loro nomi, infatti, la pancetta viene ricavata dall’addome mentre il guanciale viene ricavato dalla guancia.

L’amatriciana e la carbonara, ad esempio, vogliono il guanciale. Intendiamoci: liberi di usare la pancetta, ma cambia la ricetta, e quindi il nome da dare al piatto.

A volte, però, trovare il guanciale è complicato, mentre la pancetta è più facilmente reperibile. In questi casi, se possibile, cerchiamo quanto meno di rimediare la pancetta tesa, che, con il suo sapore dolce e profumato, si avvicina al guanciale più degli altri tipi di pancetta.

Focaccia Pugliese

Focaccia puglieseAvendo io origini pugliesi, questo sapore fa parte della mio background gastronomico sin da quando ero bambino.
La si puo’ mangiare anche fredda, ma calda bollente, appena sfornata, e’ davvero imperdibile. La si puo’ servire, farcita con mortadella, prosciutto, mozzarella, provola affumicata e chi piu’ ne ha piu’ ne metta durante picnic all’aperto o come piatto unico, o anche, in piccole dosi, come antipasto rustico; nell’ultimo caso occhio al menu: i sapori decisi di questo piatto chiederanno ai successivi un crescendo.

Ingredienti
per 8 persone

  • 1kg Farina
  • 4 patate grosse (400g c.a)
  • 1 cubetto di lievito di birra (40g c.a)
  • 200ml c.a di acqua (o, se la serviremo con un bianco, meta’ acqua e meta’ vino bianco)
  • 24 pomodorini ciliegia
  • Olio extravergine di oliva (pugliese ;))
  • origano
  • sale grosso

Facciamo bollire bene le patate, peliamole e passiamole con il passaverdura.
Nella spianatoia facciamo la fontana, aggiungiamo le patate, un paio di cucchiai di olio, il lievito e il sale sciolti nell’acqua e il vino bianco, se contemplato.
Impastiamo bene fino a ottenere un panetto liscio, compatto e morbido.
Stendiamo il panetto in una teglia da forno ben unta d’olio, copriamola con un panno e facciamo lievitare fino a quando non sara’ raddoppiata (circa un’ora e mezza).
Tagliamo i pomodorini a meta’ e spingiamoli, dalla parte aperta, dentro all’impasto lievitato, in modo che la sommita’ del dorso coincida approssimativamente al livello della pasta. Cospargiamo con sale grosso, origano e una bella spruzzata d’olio.
Inforniamo a 200 gradi per 20 minuti circa, o, se preferite, fino a quando la superficie diventa leggermente bruna.

Possiamo abbinarci sia un bianco secco, sia un rosso intenso, ma, con un piatto cosi’, l’abbinamento geografico per il vino, direi che si impone, dato che la puglia vanta un’ottima produzione vinicola, sia per qualita’ e quantita’, sia per varieta’. Suggerirei, per i bianchi, uno Chardonnay di Castel Del Monte, un Secco di Gravina, o un Locorotondo. Per i rossi c’e’ solo l’imbarazzo della scelta, tra i piu’ indicati, a mio parere, troviamo il Primitivo del Salento, il Negroamaro e anche la Malvasia Nera di Lizzano.

Pasta alla carbonara

La pasta alla carbonara è un piatto caratteristico di Roma ed è famoso in tutto il mondo per la semplicità degli ingredienti impiegati, per il gusto unico e per la velocità di preparazione.

Generalmente, il tipo di pasta più utilizzato con la carbonara sono gli spaghetti, anche se si prestano bene anche altri tipi di pasta lunga, come gli spaghetti alla chitarra oppure i vermicelli.

Gli ingredienti per preparare la pasta alla carbonara sono:

  • Pasta lunga di semola di grano duro (spaghetti, vermicelli, etc) – 500 gr
  • Guanciale (nella ricetta originale) oppure pancetta affumicata (surrogato) – 150 gr
  • Uova – 3
  • Pecorino romano – 80 gr
  • Sale e pepe- q.b.

Preparazione della pasta alla carbonara:

Tagliare il guanciale a dadini e far rosolare in una padella.
Intanto sbattere le uova in un piatto da portata, aggiungendo il pecorino romano.
Cuocere la pasta (spaghetti, vermicelli, etc) e scolarla al dente.
Versare la pasta nel piatto da portata, mescolando bene, ed aggiungendo il guanciale rosolato.
Spolverare con del pepe ed aggiungere un pizzico di sale.
Dare un’ultima mescolata e servire la pasta alla carbonara in tavola.

Profiterole

ProfiterolesSabato abbiamo festeggiato il compleanno della mia ragazza. Avendo circa sessanta invitati e dovendo fare un dolce per tutti, ho pensato : “Visto che si deve sporcare, tanto vale farlo con stile”, e cosi’ ho preparato questa ricetta inglese (si, inglese, fin dal sedicesimo secolo). Per rendere il dolce meno impegnativo al palato e per ragioni di praticita’ ho preferito usare un ripieno piu’ “soft” della classica crema pasticciera.

Ingredienti
Per la pasta choux:

  • 200ml Acqua
  • 100g Burro
  • un pizzico di sale
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 100g Farina
  • 4/5 uova

per il ripieno:

  • 125ml Panna da montare
  • Zucchero a piacere
  • Una stecca di vaniglia

per la copertura di cioccolata:

  • 300g Cioccolato fondente (almeno 70% di cacao)
  • 50g Burro
  • 125ml Panna da montare
  • 125ml Acqua

Prepariamo la pasta choux portando a bollore in una pentola capiente l’acqua con il burro, il sale e lo zucchero. Nel momento in cui bollira’, togliamola dal fuoco e aggiungiamo, mescolando energicamente e facendo attenzione a non formare grumi, la farina setacciata.
Poniamola nuovamente sul fuoco a fiamma bassa e continuiamo a mescolare con forza, fino a quando si sara’ compattata. Togliamola dal fuoco e facciamola raffreddare bene. Una volta fredda aggiungiamo, poco per volta, le uova sbattute avendo cura di mescolare sempre e controllare la consistenza dell’impasto. Il numero di uova da aggiungere e’ approssimativo, poiche’ cio’ che conta e’ ottenere un impasto abbastanza solido, ma non troppo. Il segreto per verificarne la compattezza consiste nel sollevarne una cucchiaiata e farla ricadere: l’impasto dovra cadere lentamente, come un nastro, e formare una specie di bernoccolino. Se l’impasto risultasse troppo solido aggiungeremo altre uova, se risultasse troppo liquido aggiungeremo un po’ di farina 😉

Inseriamo l’impasto nella sac a posche e modelliamo sulla placca del forno ricoperta di carta da forno dei piccoli bigne’. I bigne si gonfieranno, percio’ attenzione! Facciamoli piccoli e ben distanziati. Inforniamo a 200° per circa mezzora, non aprendo mai il forno.
Una volta cotti, pratichiamo con l’aiuto di uno stuzzicadenti due piccoli fori per ogni bigne’ e lasciamoli nel forno spento, affinche’ si asciughino bene all’interno.

Montiamo bene la panna, aggiungiamoci lo zucchero e il contenuto della stecca di vaniglia (tagliandola longitudinalmente e raschiando con la lama il contenuto).
Riempiamo la sac a posche con la panna e, usando un beccuccio sottile, farciamo i bigne, che si saranno nel frattempo raffreddati e a cui avremo praticato una piccola incisione alla base.

Disponiamo i bigne’ sul piatto di portata, dando loro la forma di una piramide 😀
Facciamo sciogliere a bagnomaria tutti gli ingredienti per la copertura ottenendo una crema densa. Se la crema risultasse troppo solida, possiamo aggiungervi un po’ d’acqua.
Facciamo colare la crema, ancora calda, a fontana sui bigne’, facendo in modo che ne vengano ricoperti in maniera uniforme ma irregolare.
Conserviamoli in frigo e serviamoli non prima di 2/3 ore.
La ricetta puo’ essere variata enormemente, usando cioccolato bianco e modificando la farcitura (paticcera, pasticcera al cacao, chantilly, etc).

A questo dolce si puo’ abbinare una Albana di Romagna o un Moscato d’Asti, ma, a mio parere, l’abbinamento piu’ interessante e azzeccato e’ un Barolo Chinato, che accompagna armonicamente e valorizza la notevole presenza del cioccolato.