Il blog si mangia?

Dovendo probabilmente andare a Roma nel mese di giugno, potrei organizzarmi in modo da partecipare a questo evento organizzato da Gambero Rosso:

Giovedì 9 giugno alle ore 18 vi aspettiamo alla Città del gusto per la presentazione del libro ‘Blog generation’di Giuseppe Granieri che interverrà al dibattito? performance? open theatre? kermesse? Fate voi dal titolo ‘Il blog si mangia?’, ovvero come sviluppare questo nuovo strumento, invadere il pianeta food&wine e vivere felici.

Francamente però ho qualche dubbio sul successo che un evento del genere possa avere. Penso che questo elenco dei blog enogastronomici italiani che abbiamo compilato sia abbastanza completo, eppure contiene, ad oggi, solo venti voci (ventuno se contiamo chi scrive). Sarebbe già un successo se in quell’occasione fossero presenti tre o quattro blogger.

Comunque, se si tratta di fare quattro chiacchiere e mangiare e bere in compagnia, va bene lo stesso, quindi farò il possibile per esserci.

5 commenti su “Il blog si mangia?”

  1. Io credo che la cosa importante sia comunque iniziare a rendere più visibile all’esterno la presenza di blogs che hanno come argomento food&wine, forse pochi bloggers potranno partecipare ma quelli (sicuramente i romani) che lo faranno potranno essere di stimolo ed incoraggiamento per altri. Io ho iniziato dopo aver letto su Papero Giallo un post di incitamento da parte di Stefano Bonilli a creare blogs sul cibo e sul vino così da colmare la lacuna che ci separa da altri paesi del mondo. Sono sicuro che nei prossimi mesi i blogs su questo argomento cresceranno, considerando anche il fatto che ben pochi professionisti del settore ne possiedono uno (sembra che ne sottovalutino le potenzialità…)e per il fatto che sono uno strumento abbastanza semplice.
    Intanto si potrebbe incominciare a dialogare fra di noi sull’argomento e su possibili questioni da porre durante l’evento; così i pochi che parteciperanno saranno la voce degli altri.

  2. Tirebouchon,
    Se scarichiamo una chat abbiamo la possibilità di poter comunicare tutti assieme contemporaneamente per delineare quali potrebbero essere le linee guida da poter discutere il 9 giugno alla città del Gusto.
    Sempre che ci sia qualcosa da discutere o che sia richiesta una partecipazione di questo tipo.

    Attraverso il proliferare dei Blog il mondo editoriale dell’enogastronomia cambierà volto nel giro di due anni, se è vero che attualmente in Italia ci sono una ventina di blog che trattano food&wine significa che occupiamo una certa leadership. Una piccola voce virtuale capace di dettare mode e stili per il futuro avvenire.

    Inizio a pensare e a radunare qualche voce virtuale……

    Mucca

  3. Mucca, scaricare una chat? Al limite, se già non lo hai, ti scarichi ed installi il client.
    L’idea non è male: ho fondato due canali su AzzurraNet, #WineFood-bloggers e #wine&food … scegliete quello che più vi aggrada e fatemi sapere.
    Al momento questi canali non hanno restrizioni: sarà difficile trovarmi su IRC, ma posso sempre passare la palla ai miei colleghi, Ugo e Stefano 🙂

    Ciao!

  4. Innanzitutto, grazie per i commenti.

    Piuttosto che avviare una discussione su una qualsiasi tipo di chat, che richiederebbe la presenza contemporanea di tutti gli interessati, preferirei continuare la discussione qui. Se usate un aggregator (e se non lo usate, perché?) potete abbonarvi al feed dei commenti di questo blog usando la seguente URL: http://www.divinocibo.it/comments/feed/

  5. Ok iniziamo. Intanto proporrei di incominciare a pensare ad una eventuale possibilità di interscambio e di sinergia fra i blogs e i media tradizionali. Stefano Bonilli del Gambero Rosso, attento osservatore della realtà americana, oltre ad essere un convinto promoter della nascita di nuovi blogs sul food&wine, credo che abbia in mente qualcosa: intanto utilizza papero giallo per avere un primo spazio di dialogo che oggi molti suoi colleghi direttori (anche di altri settori) ignorano.
    I bloggers (i non professionisti almeno) hanno una libertà di movimento e di pensiero che sono invidiabili (non devono mediare con i pubblicitari, che oggi sono i veri padroni dei media), si autofinanziano (spaccando spesso il salvadanaio…), possono portare alla ribaltà realtà locali, possono avvicinare produttori e ristoratori in modo meno formale.
    Insomma i blogs possono aprire delle brecce…
    Il rischio è uno scontro fra i media tradizionali e i blogs, o una appropriazione dei media del mezzo blog allontanando da questo chi non è professionista del settore ma che può dare nuovi stimoli ad un settore un pò ingessato.
    Altra cosa importante, almeno in questo inizio di dialogo fra di noi, imparare non solo a visitare i blogs altrui ma a lasciare commenti che trovo sempre stimolanti e che rendono il blog vivo e attivo.
    Ho notato che persino i giornalisti professionisti nei loro blogs si riappropriano della loro libertà e della possibilità di dialogo vero con gli altri.
    Altra cosa: i blogs possono dare risalto nei loro articoli a manifestazioni ed eventi nel settore food&wine che trovano poca eco nei media tradizionali ma che continuano a fare ponti d’oro a giornalisti e media che non parleranno mai di loro; un caso su tutti Villa Favorita che ha avuto molti post e molta eco nei blogs, addirittura quelli stranieri, ma quasi nessun articolo sulla stampa tradizionale.

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