(foto dal sito dell’agriturismo Serine)
La Taieddha (o taieddhra) è un piatto tipico della cucina salentina. Si tratta di uno dei piatti più diffusi nel Salento, ricco di gusti diversi e ben armonizzati tra loro che coniuga i sapori della terra ai sapori del mare. Essa rappresenta il segno ancora oggi tangibile della dominazione spagnola in Puglia. Taiedhha, come si può ben immaginare, è un termine dialettale romanzo che indica la teglia e che deriva dal latino tagella, ma oramai, in senso più esteso, la taieddha si identifica con il piatto che in essa si cucina, a testimonianza della sua grande diffusione e rilievo.
Tra l’altro non è l’unico caso nel gergo salentino, dal momento che la stessa cosa succede per la più famosa pignata, recipiente in terracotta nel quale si cuociono i legumi che da essa prendono il nome.
La preparazione per 4 persone prevede i seguenti ingredienti: 500 g di patate, 500 g di zucchine, 500 g di pomodori, 1 kg di cozze con il guscio, 4 pugni di riso, pecorino grattato e aromi naturali tra cui origano, prezzemolo e olio extra vergine di oliva. La ricetta, particolarmente gustosa, è di facile realizzazione. In un tegame di coccio si alternano strati di patate e zucchine precedentemente affettate in maniera sottile, condite con olio, sale e origano e sopra si dispongono i pomodori tagliati a metà privati dei semi e riempiti di riso crudo, condito con sale, olio e aromatizzato con l’origano che va mischiarsi alla polpa di pomodoro.
L’ultimo strato si realizza con le cozze aperte, con una sola valva, condite con un filo d’olio e prezzemolo tritato e sulle quali si spolvera il pangrattato e il pecorino grattugiato.
Il tutto viene interamente ricoperto con il sugo delle cozze e con acqua e si inforna a una temperatura di 200°C per circa 30 – 35 minuti.
In realtà, la particolarità della taieddha risiede nel fatto che essendo costituita da vari ingredienti sovrapposti a crudo in strati distinti può anche non seguire regole fisse ma lasciare libero spazio alla propria creatività, aggiungendo o eliminando ciò che si ritiene più opportuno.