Il disciplinare di produzione del Brunello di Montalcino prevede (tra gli altri) questi requisiti:
- Zona di produzione: Comune di Montalcino
- Vitigno: Sangiovese (denominato, a Montalcino, “Brunello”)
Brunellopoli (e come altro, sennò?) è il termine giornalistico dato all’indagine in corso sul Brunello di Montalcino che tanto Brunello di Montalcino non è, dato che alcune (poche, l’1% pare, ma famose anche per i meno esperti come il sottoscritto) aziende produttrici non usavano esclusivamente sangiovese (e forse neanche proveniente dal comune di Montalcino). Il reato in questione, per la cronaca, è “frode in commercio e falso in atto pubblico”.
La cosa bizzarra (ripeto, non sono esperto: ecco perché uso questo termine, anche se a me per primo sembra un eufemismo) è che ora la soluzione al problema è quella di cambiare il disciplinare di produzione (!!).
Non mi dilungo troppo sulla cosa e rimando a chi – milioni di volte più competente di me in materia – ne ha già parlato diffusamente (anche) qui e qui.
Io posso solo dire che questa soluzione mi ha fatto subito venire in mente una battuta (in tutt’altro contesto) di Corrado Guzzanti:
Se i partiti non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori!
Il problema, però, è che nel caso del Brunello non si tratta di una battuta…
Update: Soldera mette il veto statuario ad eventuali decisioni sul disciplinare. Evviva Soldera!