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Apuane: nasce “La via dei pani”

Nasce la “Via dei pani” delle Apuane, grazie al protocollo promosso dal Parco delle Apuane e firmato da Slow Food e dalle Province di Lucca e Massa Carrara, nonche’ dalle Comunita’ montane della Garfagnana, della Lunigiana, della Media Valle del Serchio, dell’Alta Versilia e dell’area Lucchese. Intento di questo protocollo e’ quello di dare impulso alla Via dei pani delle Apuane, dalla Lunigiana alla Lucchesia, realizzando un circuito ad anello, che guida alla scoperta dei prodotti tipici promuovendo l’ambiente, il paesaggio, la cultura e la storia del territorio.

Fonte: AGI

The Culatello Files

culatello.jpg Molto interessante questo post sul culatello trovato su Il Forno che, a dispetto del nome, è un blog in inglese, ma di un innamorato dell’Italia e del suo cibo.

Il Forno: Al Vedel, Part I: The Culatello Files.: “Thanks to the choice of meat, its preparation and its aging, first in dry then moist rooms, Culatello is a deliciously mellow, sweet yet aromatic cured meat. It’s usually aged 12 to 14 months minimum but older Culatelli are for my taste even more seducing. Add to this the fact that to make a Culatello you have to waste a Prosciutto, and you’ll have a further economic reason to name this salume as ‘the king’.”

Traduzione: “Grazie alla scelta della carne, alla sua preparazione e invecchiamento, prima in sale secche e poi umide, il culatello è un salume deliziosamente morbido, dolce e tuttavia aromatico. Viene solitamente invecchiato per un minimo di 12-14 mesi, ma il culatelli più vecchi sono molto più seducenti per al mio palato. Aggiungete a questo il fatto che per fare un culatello dovete sprecare un prosciutto e avrete un ulteriore motivo economico per chiamare questo salume ‘il re’.”

Per la precisione, aggiungerei, rispetto agli aromi citati nell’articolo (sale, pepe macinato grossolanamente, aglio e vino) anche coriandolo e paprika dolce.

For the sake of completeness, I will add coriander and sweet paprika to the flavors quoted in the article: Salt, crushed pepper, garlic and wine.

Correzione: Alberto e Ore (vedi i commenti) hanno ragione. Alcune aziende usano altre spezie nel culatello, ma non in quello DOP.

Sono un ragazzo fortunato

Questo è quel che penso ogni volta mi ricordo (cioè spesso!) quanto buon cibo offre il nostro paese. È incredibile come ci sia una gran qualità unita ad una gran quantità. Ogni regione d’Italia offre qualcosa di straordinariamente buono (e spessissimo, pure sano).

Non è quindi un caso, ritengo, se spesso mi trovo ad abbinare prodotti provenienti da luoghi assolutamente diversi…
Qualcuno potrà pure storcere il naso (e faccia pure – non porterò rancore), ma, ad esempio, mi piace abbinare i tarallucci pugliesi (meglio se nella variante piccante, gia’ che ci siamo 🙂 ) con la soppressata veneta. O bere del primitivo dolce (squisito il madrigale del Consorzio Produttori Vini – Manduria) accompagnato ad un gorgonzola (celeberrimo formaggio lombardo “a doppia pasta” fatto negli alpeggi tra i 1500 e i 2000 metri d’altitudine (cancellato come da commenti)). O accompagnare delle tagliatelle al ragù alla bolognese (io lo lascio sul fuoco almeno 5 ore) con un robusto Aglianico del Vulture.

Non voglio certo contestare la famosa regola di abbinare cibi e vini provenienti dalla stessa zona. La ritengo una regola sensata, in linea di massima, per più di un motivo.
Ma ritengo sia giusto provare anche abbinamenti che escano da questi schemi. Provare, sperimentare, assaggiare. Si può sempre decidere di fare un passo indietro. Ma quando si fa il passo in avanti nella giusta direzione, i sensi ringraziano.

I miei ringraziano l’Italia per l’imbarazzo della scelta.