A Firenze non c’è molto l’abitudine di pranzare al ristorante. Spesso si preferisce fermarsi in un bar che fa piatti caldi. I bar sono così bene organizzati che non solo accettano i ticket restaurant, ma offrono di tutto ai loro clienti: primi piatti, secondi, contorni, pizza, insalatone. Ma la vera tradizione per molti lavoratori e studenti è mangiare per strada: fermarsi dal trippaio e farsi un panino.
Con cosa? Beh ovviamente con la trippa (in umido o in bianco), ma spesso il panino è col lampredotto.
Cos’è? Il lampredotto è una parte interna, diciamo quella più in fondo, dello stomaco della mucca. E’ una carne delicata e magra, bollita a lungo nel brodo (fatto di pomodoro e odori).
Nei chioschini per strada (spesso sono furgoni con le ruote) il lampredotto continua a bollire nel caldo per ore. In pieno inverno c’è gente che mangia per strada, apprezzando il calore che ne scaturisce.
Al momento dell’ordine, il trippaio tira fuori dal pentolone una porzione, la sminuzza con ferocia sopra il tagliere e la infila nel pane, anch’esso intinto nel brodo per acquistare sapore. A richiesta può versare sopra un po’ di salsa verde o piccante. Mangiarlo senza sbrodolarsi è praticamente impossibile. Ma proprio quello è il bello! Lo si accompagna col classico bicchiere di vino rosso toscano.
In alternativa il trippaio può servire il lampredotto nella vaschetta. Questa è la versione originale.
Poi, ovviamente, come tutte le cose, ci sono le varianti: il lampredotto in inzimino, con i porri o i carciofi, con la ribollita. E c’è anche la trippa, la poppa, la zampa… ma prima è necessario assaggiare
il miglior lampredotto di Firenze. Soltanto dopo vale la pena provare altre specialità!