A volte mi pongono questa domanda. Perché ti piace cucinare? Che ci trovi di divertente? Devo dire che me lo sono chiesto spesso anch’io e la risposta non è semplice.
Non mi ricordo come ho iniziato. Forse per necessità, visto che nella fase giovanile ho abitato con mio padre e mio fratello ed ovviamente, essendo il maggiore, qualcosa bisognava pur preparare.
Si da allora, però, mi ricordo che non mi è mai piaciuto seguire le ricette che tutti conosciamo. Appena imparavo a far bene un piatto, mi veniva voglia di modificarlo.
Quando cucino, sono in una condizione di massima tranquillità mentale. In passato sono stato invidiato per la mia capacità di preparare cinque portate per venti persone, trovando il tempo per bere un aperitivo, chiacchierare con gli amici in cucina e telefonare a qualcuno.
Probabilmente la cosa è data dal fatto che sto bene.
Mentre cucino scordo ogni problema e mi godo le sensazioni che ricavo da ogni gesto. La scelta di un coltello adatto a ciò che sto facendo, la preparazione del piano di lavoro, la predisposizione delle pentole e dei fuochi, la pulizia delle verdure, la scelta degli aromi, il disegno della tavola apparecchiata.
Che io sia solo o che vi siano altre persone, purché amiche, poco importa. Sto bene comunque.
Ho solo un cruccio. Vorrei avere una cucina enorme con molti punti lavoro, spazio a sufficienza per tutte le mie pentole, una dispensa in cui tenere le migliaia di cose che amo tenere a portata di mano.
Presto o tardi, arriverà!