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Ricetta: Piatto di mezzo alla danese

Oggi voglio proporvi questo deliziosissimo primo piatto di pesce, il “Piatto di mezzo alla danese”.

Tempo di preparazione: 20 minuti

Tempo di cottura: 60 minuti

RICETTA: (dosi per 4 persone)

  • 450 g di seppioline
  • 400 g di patate novelle già sbucciate
  • 1 piccola cipolla rossa
  • 1 carota
  • 1 sedano
  • 10 g di funghi porcini secchi
  • 2 spicchi d’aglio
  • 20 g di burro
  • 4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
  • 2 dl di vino bianco secco
  • Sale, pepe da macinare all’istante

PREPARAZIONE:
Lavate accuratamente le seppioline, eliminandone l’osso, fatele sgocciolare in un colapasta fin quando non saranno completamente asciutte. Ponete i funghi in acqua tiepida. Affettate sottilmente la cipolla, il sedano e la carota. Versate le verdure in una pentola con due cucchiai di olio, burro e aglio tritato. Fate soffriggere il tutto per pochi minuti a fuoco medio.

Mettete le seppioline nel tegame e fatele soffriggere per circa dieci minuti, mescolando frequentemente per farle rosolare. Aggiungete i funghi tagliati a fettuccine e il vino bianco, aggiungete sale e pepe a piacimento, mescolate tutto, coprite e lasciate cuocere a fuoco lentoper una quarantina di minuti. Aggiungendo di tanto in tanto dell’acqua per non far bruciare la pietanza.

Intanto sciacquate le patate e fatele lessare in acqua salata, toglietele poco prima della cottura, fate sgocciolare e aggiungetele alle seppioline per una cottura completa. Togliete la pentola dai fornelli e mescolate con delicatezza il composto, aggiungendoci due cucchiai di olio. Coprite nuovamente e lasciate riposare per dieci minuti. Servite la delizia su un piatto di portata, aggiungendo infine le foglie di sedano.

 

Buon Appetito!!!

Ravioli di totani

Qualche giorno fa, io e due amici abbiamo provato una ricetta inedita. O meglio, una ricetta che noi non avevamo mai provato a realizzare prima e che non siamo riusciti a trovare in giro. Dato che il risultato è stato alquanto soddisfacente, riporto qui la ricetta (anche se approssimativa nelle quantità – siamo andati ad occhio… 🙂 dei ravioli ripieni di totani ).

Per la pasta all’uovo, non c’è molto da dire: 1 uovo ogni 100 gr di farina è la giusta proporzione. Noi abbiamo fatto 400 gr di farina (di cui poco più di 300 grammi di farina 00 ed il restante di semola) e – quindi – 4 uova. Lavorato per bene l’impasto, va fatto riposare per una decina di minuti e poi steso in una sfoglia molto sottile (farla con il mattarello prende un po’ di tempo, ma la soddisfazione… 😉 ).

Il ripieno invece è stato fatto pulendo e lessando i totani. Li abbiamo poi frullati insieme con olio extravergine di oliva, sale, pepe e prezzemolo.

Abbiamo poi ritagliato le forme dalla sfoglia e disposto un po’ di ripieno al centro di ogni forma (si può anche procedere al contrario, ovvero prima disporre il ripieno e poi ritagliare la sfoglia). Poi abbiamo disposto un’altra sfoglia sopra, dopo aver bagnato i bordi con un po’ d’acqua (in modo da facilitare la presa tra le due sfoglie) e abbiamo lasciato riposare i ravioli.

Dopo qualche ora, abbiamo cotto i ravioli in acqua e conditi con un leggero sughetto fatto con qualche pomodorino a pezzi, olio d’oliva ed una spolverata finale di prezzemolo. Ed ecco che il piatto era pronto per essere portato in tavola.

Una ricetta facile facile, anche se certo non breve (ma se avete una macchinetta per la pasta, tutto diventa molto più rapido ovviamente!).

Tartare di tonno con mela, cetriolo e lime

Tartare di tonno con mela e cetriolo
Una ricettina semplice, molto fresca e nel contempo raffinata.
Il tonno, che è l’ingrediente essenziale, deve essere freschissimo.

Ingredienti

  • 2 fette di tonno rosso siciliano freschissimo
  • 1 Mela verde Granny Smith
  • 1 Cetriolo
  • 10 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
  • 2 lime
  • Fior di Sale di Pirano
  • Pepe di Sechuan

Preparazione

Sbucciamo il cetriolo a dadini, priviamo la mela dei semi e tagliamo entrambi a dadini molto piccoli.
Con un coltello da chef battiamo il tonno, riducendolo a tartare.
In un bicchiere facciamo una citronette con l’olio, il succo dei lime, il sale e il pepe.
In una terrina, mischiamo tutti gli ingredienti e, con l’aiuto di un coppapasta, impiattiamo la tartare, decorandola con due scorzette di lime arricciate.
I vini che più si prestano sono quelli lievemente acidi con bouquet floreale. Un’ottima opzione è l’Etna Bianco (carricante) oppure anche un Fiano di Avellino.

Farfalle con lo scorfano

Arriva il caldo (almeno qui al sud) e torna prepotente la voglia di pasta fredda e di pesce.

Così, ieri ho improvvisato una ricetta, facile e veloce da realizzare. Sicuramente ha aiutato l’avere lo scorfano in filetti già puliti e pronti per la cottura. Senza questo notevole vantaggio, i tempi si allungano di sicuro, dato che lo scorfano è un pesce abbastanza ostico da pulire.

In una padella ho messo un po’ d’olio extravergine di oliva e ho messo a cuocere per circa 10 minuti i filetti di scorfano aggiungendo un po’ di sale ed una leggera spolverata di pepe nero macinato al momento, oltre a mezzo bicchiere d’acqua. Opzionalmente (io non l’ho fatto) si può anche aggiungere un po’ di pomodoro (polpa o passata che sia). Restando a questa opzione, si può anche decidere di aggiungere in seguito del pomodoro fresco tagliato a pezzi.

Nel frattempo ho preparato la pasta (farfalle, come suggerisce il titolo del post). Scolata la pasta, l’ho messa nella padella a saltare velocemente con lo scorfano, aggiungendo altro olio d’oliva e del peperoncino triturato sott’olio.

Volendo, la pasta è pronta così. Ma non è pasta fredda se non la fate raffreddare, giusto? 🙂 Bene, fatela raffreddare, allora, e magari aggiungeteci quel pomodoro fresco tagliato a pezzi a cui ho accennato prima. Accompagnate con un bel vino bianco fresco come, ad esempio, un Alto Adige Sylvaner.

Sushi e sashimi

Da qualche anno in Italia è esplosa la moda della cucina giapponese: ristoranti giapponesi, aperitivi sushi e cene a tema da gustare con le bacchette.
Nonostante questo c’è ancora una certa confusione su quali siano i piatti tipici che provengono dal Giappone e su quale sia il modo più corretto per degustarli.

Il cibo più famoso è ovviamente il sushi.
Cos’è il sushi? sono piccoli pezzetti di pesce crudo (e non solo) con blocchi di riso (cotto con aceto di riso, zucchero e sale), da inzuppare nella salsa di soia, nella quale è stata stemperata una piccolissima dose di wasabi.

Il wasabi è quella salsina verde che accompagna molti piatti giapponesi.

Un piccolo ciuffetto di wasabi dal sapore molto intenso che se ingerito direttamente può provocare persino le lacrime agli occhi. E’ comune la scena degli italiani che non conoscendo questo ingrediente, lo ingurgitano come fosse maionese.
Il suo sapore molto intenso è però delizioso nel momento in cui si diluisce nella soia.
In italia lo si trova anche in tubetto, ma mi è capitato di vedere giapponesi che viaggiano con la radice e la grattugia, per usarne una quantità fresca all’occorrenza.

I tipi di sushi sono tanti: quelli che più attraggono gli occidentali sono i vari futomaki, hosomaki, uramaki… ovvero il sushi di forma cilindrica con una fascetta di alga scura – il nori – intorno al riso o all’interno come nel caso dell’uramaki. Uno molto amato dagli italiani è il california roll che si presenta colorato (per via del mix di ingredienti all’interno).

Poi ci sono quelli a forma di cono, sempre con l’alga intorno, che contengono vari ingredienti.
E infine, quelli che io preferisco, i semplici nigirizushi, ovvero i blocchetti squadrati di riso sushi con una puntina di wasabi e il pesce crudo appoggiato sopra. Fra i vari tipi di guarnizione: tonno (pregiato), salmone, polpo, uova di pesce, anguilla, gamberetti, frittata, avocado, cetriolo.

E il sashimi?
Il sashimi banalmente è il pesce crudo. Senza nient’altro. Ma la vera arte è la filettatura, ovvero il modo in cui viene tagliato (per arrivare a farlo nel modo corretto ci vogliono anni).
Per mangiare un buon sashimi conta tantissimo se il pesce è fresco e di qualità, oltre all’abilità del maestro sushi che sfiletta il pesce crudo.

In un piatto di sushi o sashimi, oltre al wasabi, ci sarà sempre anche qualche pezzetto di ginger: all’apparenza sembra prosciutto cotto, ma ha un sapore acre e pungente.
Il suo scopo è “ripulire” la bocca dai sapori, fra un piatto e l’altro.
Quello che si mangia in Italia può sapere di conservanti, ma quello originale giapponese è squisito.

I posti dove mangiare sushi in Italia (a volte anche semplici sushi bar) hanno importato l’impostazione giapponese dove i pezzetti di sushi sono disposti su piattini che girano sopra un rullo. I clienti possono scegliere direttamente dal rullo i piattini che preferiscono e il conto sarà in base alla quantità di piatti ordinati.

Cosa bere con il sushi?
Anche se in molti ristoranti c’è la possibilità di ordinare vino bianco, il sushi si accompagna o con il sake (freddo o caldo) oppure con il te’ verde bollente.

Ficazza di tonno

Nota anche come sasizzella, la ficazza di tonno è un salame tipico della Sicilia, più precisamente della provincia di Trapani e dell’isola di Favignana.

La ficazza viene preparata con la parte del tonno che, dopo la sfilettatura, resta attaccata alla lisca. Separata con cura, la carne del tonno viene poi macinata e condita con sale e pepe, ed insaccata nel budello, proprio come un classico salame di carne. Dopo una pressatura che dura circa tre settimane, la ficazza di tonno viene messa ad asciugare in ambiente arieggiato.

Tipicamente, la ficazza di tonno viene consumata tagliata a fette e condita con olio e limone.

Sapori di Mare 2007: chef e ristoranti in gara per esaltare i prodotti del mare

È iniziata sul sito www.saporidimare.it la gara culinaria dedicata ai prodotti ittici ed in particolare al pesce azzurro. Da tutta Italia sono arrivate ricette che i visitatori del sito possono già votare con un semplice click. E in questo contesto Sperlonga si pone come scenario ideale della ormai tradizionale manifestazione Sapori di Mare, organizzata dalla Meetingweb di Fondi e finanziata dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio, con il patrocinio della Provincia di Latina e del Comune di Sperlonga. “La perla del Sud Pontino” ospiterà infatti gli stand e gli intrattenimenti musicali e folkloristici nella sua piazza più suggestiva, che fornisce indimenticabili scorci del mare e della cittadina. Il percorso espositivo è studiato in un’ottica di marketing funzionale, che privilegerà l’informazione e la promozione di prodotti tipici di qualità, dai frutti del mare ai formaggi, dagli olii ai vini doc e dop.
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Spaghetti allo Scoglio

Spaghetti allo ScoglioOggi vi voglio proporre la ricetta degli spaghetti allo scoglio, un piatto che puo’ essere facilmente modulato ed essere proposto sia per un’ occasione importante, come primo raffinato, sia in momenti piu’ informali, come allegro piatto unico.
Gli spaghetti allo scoglio sono un piatto davvero tradizionale, e, come per tutti i piatti tradizionali, hanno molteplici variazioni dipendenti dalla zona geografica o, piu’ prosaicamente, dagli ingredienti che avete a disposizione 😉
Inutile sottolineare che non si puo’ trascendere dalla qualita’ del pesce che utilizzerete, il quale deve essere freschissimo. La ricetta stessa si presta a modifiche, percio’ modulatela sul pesce che avete a disposizione.

Ingredienti
per 4 “buone forchette” 😉

  • 500g di spaghetti
  • 500g di cozze
  • 500g di vongole veraci
  • 300g di calamari
  • 12 scampi
  • 300g di pomodorini ciliegia maturi
  • un piccolo scalogno
  • vino bianco, possibilmente lo stesso che accompagnerete al piatto
  • aglio
  • olio extravergine di oliva
  • peperoncino
  • prezzemolo
  • sale

Almeno 4 ore prima di iniziare a preparare il piatto occorre far spurgare cozze e vongole. A questo scopo riponiamole in una bacinella d’acqua, aggiungiamo un pugno di sale grosso e una spruzzata di aceto o succo di limone: essendo urticanti, fanno spurgare meglio i frutti di mare. Cambiamo l’acqua almeno tre volte a distanza di tempo, avendo cura di rimuovere accuratamente il residuo di sabbia che si depositera’ sul fondo.
Poniamo uno spicchio d’aglio schiacciato in un una padella, su fiamma viva, con un po’ d’olio, poniamoci le cozze con i gusci ben puliti e bagnamo con il vino. Dopo alcuni minuti le conchiglie saranno aperte. Rimuoviamole dalla padella, filtriamo e mettiamo da parte il liquido di cottura. Ripetiamo l’operazione con le vongole.
In una padella con un filo d’olio aggiungiamo dell’aglio schiacciato, poniamovi gli scampi dalla parte del dorso, dopo avervi praticato una profonda incisione che vada dalla parte inferiore della testa fino alla fine della coda e bagnamo con del vino bianco.
Una volta cotti gli scampi, rimuoviamoli dalla padella e riponiamoli al caldo.
Nella stessa padella aggiungiamo lo scalogno tagliato finemente e, quando sara’ leggermente imbiondito (piu’ giallo sara’, piu’ ne percepiremo il sapore), aggiungiamo i calamaretti e l’acqua di cottura dei frutti di mare. Facciamo cucinare a fiamma viva per pochi minuti e aggiungiamo i pomodorini tagliati a meta’. Abbassiamo la fiamma e facciamoli cucinare.
Scoliamo la pasta molto al dente e spadelliamola nel sugo, al quale aggiungeremo i frutti di mare precedentemente sgusciati, un po’ di acqua di cottura della pasta e il peperoncino. Personalmente, a differenza di molti, poiche’ dispongo di ottimo peperoncino, che arriva dritto dritto dal cuore della Calabria, e che viene conservato fresco sott’olio, preferisco metterlo alla fine, per conservarne intatto il sapore.
Impiattiamo, spolveriamo con una generosa manciata di prezzemolo tritato, disponiamovi a guarnizione gli scampi e qualche guscio di vongola.

Data la personalita’ molto “mediterranea” del piatto, penso che il migliore abbinamento sia con un bianco secco e profumato, prodotto vicino alle coste del Mediterraneo.
Mi permetto di suggerire un buon Vermentino di Gallura DOCG se volete dare risalto ai crostacei, un Greco di Tufo, una Falanghina o, se amate le emozioni forti e volete dare al vostro piatto una bella “botta di Calabria”, aumentate il peperoncino e accompagnateci un Ciro’ Bianco.
Se non volete il bianco, potete abbinarci anche un buon Salice Salentino.

Il pesce: un valido aiuto alla dieta quotidiana

I fabbisogni nutritivi di sali minerali e proteine possono essere efficacemente soddisfatti tramite il pesce.
Impropriamente viene definito “pesce” tutto ciò che viene dal mare, ma è indispensabile differenziarne i diversi tipi, catalogandoli invece sotto la voce di “prodotti ittici”.
Tra questi prodotti troviamo il pesce, i frutti di mare e i crostacei.
Le varietà disponibili sono molteplici, alcune anche molto costose, ma in generale tutti i tipi di pesce, anche i meno nobili, hanno proprietà dietetiche molto apprezzabili ed utili.
Principalmente tutti i generi di pesce hanno un elavato contenuto proteico ad alto valore nutrizionale, intorno al 20% delle calorie, simile a quello della carne, costituendone quindi una valida alternativa.
La quantità di grassi è invece variabile, dal 0.3% a circa il 24%, ma a differenza della carne prevalgono i grassi polinsaturi e gli Omega 3, che riducono i trigliceridi ed aiutano il normale funzionamento della circolazione, prevenendone l’invecchiamento.
Grazie alla sua elevata digeribilità (più nel pesce d’acqua dolce che in quello di mare), allo iodio e alle sue utilissime vitamine liposolubili, il pesce è un alimento che dovrebbe integrare la dieta quotidiana con una frequenza di almeno 3 volte a settimana.
E’ infatti accertato che un consumo frequente e regolare di pesce aiuti svariati aspetti della salute: favorisce i corretti funzionamenti ormonali (in particolare quelli della tiroide), aiuta il corretto sviluppo del feto in gravidanza, protegge da malattie dell’apparato circolatorio e cardiache, interviene nella riduzione dei valori del colesterolo.
Possiamo dunque scegliere tra:

  • pesce azzurro (gustoso, leggero e di semplice utilizzo in cucina)
  • pesci a carne magra (merluzzo, spigola, trota, calamari, polpi, seppie, sogliola, orata);
  • pesci a carne grassa (pesce spada, tonno, anguilla, capitone, salmone)
  • molluschi e crostacei (ricchi di calcio, magnesio, cloruro di sodio e iodio);
  • frutti di mare (saporiti e utilissimi in cucina).

In ogni caso, il pesce deve necessariamente essere acquistato fresco, o in alternativa congelato, ma comunque di certa provenienza. Il pesce fresco ha un sottile odore di mare, l’occhio limpido, le squame ben lucide e le branchie di un rosso vivo; i molluschi e i crostacei devono essere acquistati ancora vivi, fino alla cottura; i frutti di mare devono avere la conchiglia lucida, devono rimanere chiusi fino al momento della cottura, devono essere accompagnati dal bollo sanitario ed hanno bisogno di una accurata pulizia prima di essere consumati.

Autore: Marzia, da “Le ricette di Etta”, sito di ricette con valori nutrizionali
Fonte: Articolista

Anche l’occhio vuole la sua parte

Questo post vuole essere un mio personalissimo omaggio a Cavoletto di Bruxelles, un bellissimo blog che ci invoglia a provare deliziose ricette ispirando i nostri sensi grazie a foto di pregevole fattura.
E mentre lei si gode le meritate vacanze, “a fare con impegno ciò che fa la gente in ferie, ovvero niente d’importante. E, accessoriamente, raccogliere fichi, guardare crescere le olive, comprare ricottine del pastore alle 6 del mattino, sbucciare fichi d’india ed essicare pomodori…”, io, che le vacanze non le posso neanche sognare, mi consolerò provando qualcuna delle sue ricette.
Lo ammetto: non sono bravo a cucinare il pesce (a pensarci bene, forse non so cucinare proprio nulla che abbia a che fare con il pesce!), ed è quindi con un pizzico di curiosità in più del solito che voglio provare a fare il pesce spada con agrumi. Ditemi voi se questa foto (anche questa della cara Sigrid) non rende ancora più irresistibilmente invitante questa ricetta!
Pesce spada con agrumi