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I vini siciliani dell’annata 2007

Nel corso della conferenza stampa “Il vino siciliano: sintesi seduttiva tra antica tradizione e moderni scenari di consumo” che si è svolta a Marsala, comune che insieme alla provincia di Trapani ha ospitato la V° edizione di “Sicilia en Primeur”, è stato reso noto il rating sulla vendemmia 2007.

L’enologo Riccardo Cotarella ha espresso valutazioni positive sull’annata 2007, parlando di “eleganza, frutto, equilibri e nobiltà organolettica”. Dal punto di vista qualitativo, l’annata è stata valutata tra le quattro e le cinque stelle.

Ulteriori informazioni sul sito Assovini Sicilia.

Rassegna “Asparago di Padova”

Sono in arrivo cinque tappe alla scoperta dell’asparago, organizzate da altrettanti ristoranti che fanno parte dell’associazione “RistoraNtori Padovani”.

Dal 17 aprile al 13 maggio cinque ristoranti diventeranno il palcoscenico di un esclusivo tour all’insegna del buon gusto.

Tante le novità per gli amanti della buona tavola che la scorsa edizione hanno potuto apprezzare prelibatezze della tradizione veneta a base di asparago, rielaborate con un tocco di fantasia: dall’insalatina di gallina padovana, erbe aromatiche, asparagi e uovo poché al risotto di asparagi con cappesante passando per la stracciatella con asparagi e coulis di lamponi.

In Veneto, la provincia di Padova è la principale produttrice di asparagi bianchi e verdi.

L’Associazione RistoraNtori Padovani, composta da quattordici ristoranti di Padova e provincia, propone da ventisette anni, nel nome del gusto e della cucina tipica del territorio padovano, il credo comune che l’arte culinaria non è soltanto una semplice soddisfazione del palato, bensì condivisione del gusto sviluppatosi nella tradizione, espressione della cultura e del mangiar bene.

Salam d’la duja

Questo tipico salume piemontese si ottiene con un trito misto di carni scelte e magre (spalla, coppa e ritagli di coscia) e di grasso di lardo o pancetta. Viene conciato con sale, pepe, aglio e Barbera. Viene poi insaccato in budello di manzo o vitello e fatto asciugare per tre giorni in luoghi freschi e ventilati. A questo punto gli insaccati vengono introdotti nella duja, un grande orcio di terracotta. Il salame viene poi ricoperto da strutto fuso che raffreddandosi si solidifica e conserva il salam d’la duja dall’ossidazione. La stagionatura dura da tre mesi ad un anno. Più lunga è la conservazione sotto grasso e più morbido e piccante risulterà il prodotto finale.

Trovare il salam d’la duja non è facile, nelle botteghe alimentari della nostra penisola. Ma sicuramente riuscirete a trovare un negozio online che ve la può comodamente recapitare a casa.

L’Ambra di Talamello

L’Ambra di Talamello è un formaggio a pasta morbida fatto a Talamello, in provincia di Pesaro. Si chiama così grazie al poeta Tonino Guerra, ispirato dal colore che le caciotte e i pecorini di Montefeltro assumono durante la stagionatura nelle fosse.

Spesso l’ambra di Talamella è fatta con latte ovino e caprino, ma a volte si trova anche una versione ottenuta esclusivamente da latte caprino, soprattutto in produzioni artigianali.

La pasta morbida e friabile ha un colore che varia dal bianco sporco al nocciola chiaro, passando per il giallo paglierino. Il sapore è piccante, soprattutto se fatto con latte caprino; il profumo è intenso e aromatico.

Come detto, l’Ambra di Talamello viene stagionata in fosse: questa fase dura tre mesi e dona a questo formaggio gusto e profumo.

L’Ambra di Talamello, considerato formaggio da meditazione perché va assaporato lentamente per gustarlo al meglio, si accompagna bene con frutta (fresca o secca), miele di acacia, confettura di fichi. Probabilmente però il miglior abbinamento è quello con fettine di pane alle noci o al miele. Una ricetta insolita è invece la meringa di Ambra di Talamello: montate a neve due albumi con sale e pepe bianco e unite l’Ambra grattuggiata; con una tasca da pasticciere fate dei fiocchi e cuocete in forno a 90 gradi per un’ora.

La cucina tex-mex

La cucina tex-mex è il prodotto di culture regionali della zona del sud-ovest degli Stati Uniti e del Messico. È una versione riveduta e corretta (ad uso americano, neanche a dirlo) della cucina messicana. È diffusa in Texas, Arizona, Nuovo Messico e in buona parte del Nevada e della California meridionale.

La maggior parte dei piatti tex-mex ha come base le tortillas di farina di granoturco, i fagioli, salse piccanti a base di peperoncino, pomodori, cipolla, formaggio e chili di carne.

La carne viene solitamente tagliata a pezzi o tritata; inoltre viene spesso marinata, al fine di renderla più tenera e saporita.

La cucina tex-mex è il risultato della fusione di culture gastronomiche diverse. In principio erano gli Indios, che lasciarono la loro eredità a Maya e Aztechi, oltre che ad altre popolazioni che hanno contribuito alla cultura culinaria, coltivando mais, cacao, pomodori, peperoncini, patate, fagioli: insomma, quelli che sono gli ingredienti base della cucina tex-mex. I conquistatori spagnoli portarono dall’Europa ingredienti come frutta, verdura, formaggi e – soprattutto – farina di grano che subito iniziò ad essere usata dai messicani per preparare le tortillas di grano. La fusione di prodotti e culture, unitamente alla influenza delle popolazioni locali, diede vita alla cucina tex-mex così come la conosciamo.

Quanto prima contiamo di proporvi alcune ricette tex-mex.

Solo il Parmigiano Reggiano può essere chiamato Parmesan

Come riporta Repubblica.it, la Corte di giustizia europea ha stabilito che solo il Parmigiano Reggiano DOP (Denominazione di Origine Protetta) può essere venduto con la denominazione “Parmesan”.

Si tratta senza dubbio di un’ottima notizia, anche se gli organi di controllo cui incombe l’obbligo di assicurare il rispetto delle Dop sono quelli dello Stato membro da cui proviene la Dop medesima: l’Italia, quindi. Ne saremo capaci?

Quarta gamma

Grazie a Bistrot Chez Maurice scopro un interessante articolo sui prodotti di quarta gamma.

Si parla di verdure pronte per l’uso, prezzi e tempo. Insomma, cose che interessano tutti.

Si chiama “Quarta Gamma” e non è un’astronave. Serve comunque a entrare nel futuro, per capire come saranno le tavole degli italiani. Un futuro che è già cominciato e che rende felici i venditori di lattuga, scarola, riccia, rucola e insalate varie. «Quarta Gamma – spiega Juri Cervi, direttore del supermercato Conad di viale Silvani – è la verdura già selezionata, lavata e pronta per la tavola. Basta aprire la busta e mettere in tavola. Manca solo il condimento. Anche da noi la Quarta Gamma sta andando molto forte. Con il 60% delle vendite, ha superato abbondantemente l´insalata a caspo».

Leggi tutto l’articolo, incluso il commento di Carlo Petrini (e ovviamente anche quello – interessante come sempre – su Bistrot Chez Maurice!).

Drink a drink

Solo pochi giorni fa alcuni amici hanno messo online un nuovo progetto che sembra promettere bene.

Drinkadrink.com nasce dall’amore per il mondo del bere di un piccolo gruppo, ma si ripromette di diventare un vero e proprio osservatorio online sull’argomento. Raccoglierà infatti le recensioni sui locali inviate dagli utenti di tutta Italia. Queste, andranno ad affiancare le recensioni dello staff vero e proprio, il cui unico scopo nella vita pare essere quello di ricercare incessantemente nuovi locali di cui parlare. 🙂

La sezione più divertente (ed utile) per il momento mi è sembrata quella dei video tutorial, in cui un barman professionista illustra passo passo la preparazione del drink di turno.

A giudicare dal primo video messo online, darà un grande spunto alla vostra creatività e un incoraggiamento a provare i vostri drink preferiti proprio a casa vostra!

Io mi sto già attrezzando. 😉

L’aspartame è cancerogeno

Un recente studio (qui l’abstract) sulle caratteristiche cancerogene del prodotto più usato come dolcificante, l’aspartame, ha dimostrato senz’ombra di dubbio come si tratti di una tossina mortale. Ed ancora una volta gli insider dell’industria hanno fatto tutto il possibile per non far giungere questo tipo di notizie al pubblico. Basti considerare che la FDA non aveva inizialmente approvato l’uso dell’aspartame, ma poi Reagan fece in modo che il giudizio cambiasse (e non certo per motivi scientifici).

Per chi volesse leggere di più sull’argomento, segnalo quest’ottimo articolo.

Se lo studio dimostra che l’aspartame è cancerogeno, la vicenda ci dimostra anche che gli organi che dovrebbero tutelare i consumatori non sempre si comportano come ci aspetteremmo.

Ma questa vicenda ci dovrebbe anche spingere a leggere di più e più attentamente le etichette dei prodotti che acquistiamo. Potreste rimanere sorpresi da quanti di questi contengono proprio l’aspartame.